Facebook e il presepe

Creato il 04 dicembre 2015 da Massimo Citi

Oggi, venerdì, me ne vado qualche giorno in montagna.  A battere i denti, come sostiene mia madre.  A rilassarmi e dimenticare il mondo, secondo me.  A passeggiare in compagnia di mia moglie e tutti e due a leggere nelle rispettive poltrone.  A lasciare il cane libero di girare, annusare, cercare, esplorare.  Mi manca, la montagna. Un posto dove posso eventualmente comprare il giornale - se mi ricordo di chiederlo al factotum della frazione - ma posso anche farne a meno, dove posso controllare la posta elettronica, se tutto va bene, ma non raramente devo farne a meno, dove per caricare la pagina di un giornale ci vuole un tempo compreso tra il minuto intero e i tre minuti, passati i quali il pc si stufa e mi comunica, secco: «Hai oltrepassato il tempo per caricare questa pagina, vai a farti un giro», oppure, semplicemente, si addormenta.  E Librodifacce?  Beh, grazie al telefono mi arrivano commenti e «mi piace» ma ho non poche difficoltà a intervenire. Sempre ammesso che voglia intervenire. Il che, nel clima rilassato della vita in montagna, mi sembra talmente poco urgente da poter essere rinviato al mio rientro.  Ed è interessante come, anche dopo cinque-sei giorno di abbandono, le cose non siano minimamente cambiate. Questo potrebbe dimostrare la mia personale inutilità o, semplicemente, che la cosa a cui somiglia di più FB è un gruppo di condomini che discutono sul pianerottolo, vagando dal cazzeggio puro e semplice, a qualche rara osservazione intelligente a qualche frequente tirata criptofascista. FB ha il grosso difetto di essere uno specchio deformante del reale, capace di rendere numerosi i pidocchi e piccoli gli esseri umani. È la necessità di apparire quotidianamente su FB a renderlo pericoloso e parlo per ragion veduta. Credete che Balzac o Einstein o Dostoevskij o Hawking avrebbero sempre fatto una splendida figura se spinti a postare quotidianamente i loro piccoli fatti? Il problema di FB è quello di tagliare i tempi della vita, rendere tutto istantaneo e tutto istantaneamente dimenticabile. La vita vera, quella che deprime, ferisce ed esalta appare raramente su FB, mentre si parla di cose delle quali in genere si hanno troppi pochi elementi per imbastire un discorso decente. Prevalgono gli individui dotati di poca informazione e spesso poca cultura che scribacchiano qualcosa, in GENERE IN MAIUSCOLO, tanto per rassicurarsi della propria esistenza. Non significa che d'ora in avanti non frequenterò più FB, anche perché con alcune persone è l'unico modo per mantenere un minimo di contatti, ma semplicemente che, come ho fatto finora, lo utilizzerò lo stretto indispensabile. 

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D'altro canto non mancano i temi sui quali discutere, ultimamente. Basta pensare ai presepi mancati, alle canzoncine natalizie vietate, ai crocifissi nascosti. La cosiddetta Destra Italiana, formata da individui intolleranti e perennemente alla ricerca di argomenti sui quali costruire un caso esemplare, si sono scatenati contro un direttore didattico apparentemente ebreo («si chiama col nome di una città, quindi è un giudeo») che ha vietato a due intrepide mamme di insegnare ai bambini i canti natalizi. È uno di quei casi nei quali viene voglia di diventare Uncle Scrooge e criticare l'infinita stupidità del popolo bue che si affretta a rendere santa una festa assolutamente pagana come Natale. E perché mai un un direttore scolastico avrebbe dovuto acconsentire a due nessuno come le due mamme in questione di intervenire a scuola? Quand'anche fossero state due soprano liriche o due musicologhe con tanto di laurea - il che NON è - perché mai avrebbe dovuto interrompere le lezioni per permettere ai bambini di cantare una delle consuete, stucchevoli, canzoncine natalizie? Non ne sentono abbastanza a casa di queste sciocchezze? In televisione? Nei centri commerciali? Ma questo banale incidente è diventata l'occasione per la sfiatatissima Destra Italiana di urlare al sacrilegio, al leso presepe, al gomblotto contro la cristianità. Ma perché kz non parlate di ciò che accade in Vaticano? Dcardinali che distraggono fondi, di politici che in combutta con ordini religiosi drenano fondi e beneficenza? Non vogliamo dir nulla a costoro? No, per carità. Pensiamo ai poveribbimbi ai quali è stato vietato di cantare «Tu scendi dalle stelle», probabilmente mentre un imam satanico ridacchia in un sottoscala armando il kalašnikov
Lo so, il problema è che con Renzi al governo non rimane molto spazio alla destra. Tutti i dogmi del liberalismo più idiota sono già stati occupati dal Nostro uomo e alle Mariestelle Gelmini e ai Mattei Salvini non resta che urlare per farsi notare. Distribuire santini, cantare a cappella, maledire gli infedeli. Il tutto da parte di chi - parlando del nostro Salvinotto - fino a pochi anni fa si vestiva di verde, indossava un elmo dei vichinghi da filodrammatica e minacciava di sostituire la chiesa con il Dio Po. 
Il Dio Po
Ma ci pensate? 

La sensazione che la destra stia copiando il ritmo di FB, ogni giorno urlando «attenti al lupo» per motivi ideologicamente sempre uguali: la paura del diverso, la paura dei cambiamenti, i quattro soldi che si sono messi da parte e che si temono vengano sottratti, la piccola avarizia dell'anziano terrorizzato dalla morte vicina, l'invidia di non essere in alcun modo privilegiati e il gusto malinconico e perverso di lamentarsi sempre di mille torti, tra immaginari e reali. Un po' meno, ultimamente, il timore di essere chiamati a contribuire al bene comune dopo anni e anni di felice evasione: Renzi sta lavorando attivamente tra gli evasori...
Il ritmo di FB probabilmente finirà per macinare le parole d'ordine della Destra. 
A meno che non arrivino qui milioni di immigrati. 
O che la crisi colpisca ancora. Forte
IL NSADP poteva far ridere negli anni '20
Faceva molto meno ridere dopo la crisi del '29.
Incrociate le dita. 
Io, intanto, vado in montagna. Nel caso pronto a rimanerci :) [*]
[*] Ma non riuscirò a rimanere a lungo in montagna. Io e Silvia siamo stati convocati da Hugmented fantascienza in podcast. Il tema sul quale siamo stati interpellati è l'Intelligenza Artificiale in narrativa, sul quale stiamo scegliendo qualche titolo. Roba come Permutation City di Greg Egan o La civiltà dei Solari di Norman Spinrad. E un vecchio racconto di Clarke, I nove miliardi di nomi di Dio, un racconto quietamente, dolcemente allucinante... Non perdeteci di vista.

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