Perché tutti vorremmo essere felici, è naturale. Ma questo mondo preda (vittima?) del capitalismo, delle celebrità nullafacenti, della bellezza liofilizzata, della pancia piatta, dell'iPhone da 800€ a rate mensili, dello yogurt che ti spazzola via le arterie dal colesterolo, dei riflettori un tanto al chilo, che cosa ci ha insegnato a riguardo? Che la felicità è un diritto, qualcosa che nella migliore delle ipotesi ci è dovuto dalla costituzione dell'esistenza, e nella peggiore si compra, a prescindere dagli sforzi, dalle circostanze e dal portafoglio, in quella perpetua confusione in cui siamo immersi, sballottati in continuazione, alla deriva, tra l'Avere e l'Essere. Così Facebook ci viene in soccorso, come un filtro per le brutterie della vita, a mostrarci (almeno in questo mondo virtuale) felici e vincenti, con buona pace dei nostri "amici" che, spesso neanche conosciamo, ma che non possono far altro che vedere quanto bene ci vanno le cose e, in questo modo, ro-si-ca-re!
Perché tutti vorremmo essere felici, è naturale. Ma questo mondo preda (vittima?) del capitalismo, delle celebrità nullafacenti, della bellezza liofilizzata, della pancia piatta, dell'iPhone da 800€ a rate mensili, dello yogurt che ti spazzola via le arterie dal colesterolo, dei riflettori un tanto al chilo, che cosa ci ha insegnato a riguardo? Che la felicità è un diritto, qualcosa che nella migliore delle ipotesi ci è dovuto dalla costituzione dell'esistenza, e nella peggiore si compra, a prescindere dagli sforzi, dalle circostanze e dal portafoglio, in quella perpetua confusione in cui siamo immersi, sballottati in continuazione, alla deriva, tra l'Avere e l'Essere. Così Facebook ci viene in soccorso, come un filtro per le brutterie della vita, a mostrarci (almeno in questo mondo virtuale) felici e vincenti, con buona pace dei nostri "amici" che, spesso neanche conosciamo, ma che non possono far altro che vedere quanto bene ci vanno le cose e, in questo modo, ro-si-ca-re!
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