Facebook e la tv

Creato il 24 maggio 2011 da Nicotanzi

Dici Facebook, e ti sembra di parlare di una roba un po’ così. Qualcosa di frivolo, divertente. Niente di serio. Ma è un’impressione sbagliata. Abbiamo passato gli ultimi anni immaginando internet come un posto dove, il più delle volte, si entra attraverso un motore di ricerca, Google. Inserisci una parola chiave, e lui in un baleno ti propone le pagine che potrebbero interessarti. E di solito ci azzecca. Da qualche tempo però i motori di ricerca non sono più i siti più “cliccati”. Sono stati soppiantati dai social networks. Da Facebook, insomma: il social network più famoso e potente. Oltre mezzo miliardo di utenti, metà dei quali su “faccia-libro” ci vanno tutti i giorni, e per quasi un’ora al giorno in media. Un “consumo” paragonabile a quello del più antico degli oggetti di intrattenimento elettronico, la televisione. E la televisione, non a caso, comincia ad accusare il colpo. Le reti tv fanno sempre più fatica a conquistare pubblico “under 50”. Anche perché chi  trascorre la giornata “connesso”, davanti al computer o con uno smartphone, non ha bisogno del tg della sera per conoscere le ultime notizie.
Per le emittenti di servizio pubblico, in prospettiva, si pone un problema sostanziale. Abbandonare il pubblico giovane, fagocitato da offerte più “allettanti” per mezzi (reti commeciali) o per modernità (l’universo multimediale). Oppure inseguirlo là dove si trova: in rete e sulle piattaforme multimediali. Il paese che ha inventato la migliore tv del mondo, la BBC, ha scelto quest’ultima strada. Nel 2010 i legislatori britannici, con tempismo e lungimiranza, hanno approvato il Digital Economy Act, che impone (non consente: impone) alle emittenti pubbliche di essere presenti con la loro offerta su tutti i network elettronici. Un modello da tenere d’occhio.



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