Mette la scatoletta da parte senza gettare via il liquido di mantenimento, almeno questo darà un po’ di sapore al riso bianco che mangia da settimane o forse già un mese dalla partenza, ha smesso di contare i giorni per non rimanere legato al passato e frantumarsi il cervello su ciò che avrebbe potuto essere la sua vita se avesse deciso di seguire i percorsi convenzionali dettati da altri, i genitori, l’università, i datori di lavoro, le sovrastrutture, tutti i conoscitori di ciò che può fare felice un uomo, ma cos’è che può far felice un uomo se non il rumore di una lattina di fagioli galleggianti nel proprio liquido di governo, cos’è che può rendere soddisfatto un uomo se non il dialogo con se stesso in mezzo alla natura? E se questa vita non fosse sufficiente per potersi finalmente ritenere libero? Luigi legge, e un giorno è Lo Svedese - troppo debole per reggere il peso di ciò che la figlia ha fatto esplodere nella sua vita -, e un altro l’insetto di Kafka felice del cambiamento quando si avvicina al cibo marcescente. Guarda le sue mani Luigi, le guarda mentre lo stomaco preannuncia il piatto che arriverà, poi svuota la scatola di legumi sulla massa bianca e compatta e osserva il fluido marrone scivolare sul riso.
Federico Orlando