I prossimi 19 e 20 marzo, in occasione della XXIV edizione delle Giornate FAI di Primavera, evento nazionale presentato mercoledì mattina a Roma, anche la città di Todi metterà in mostra un suo gioiello. Verrà aperto alle visite guidate gratuite promosse dai volontari del Fondo Ambiente Italiano il complesso Pongelli-Benedettoni, costituito da uno splendido palazzo cinquecentesco interamente affrescato, dalla chiesa del XXI secolo di S. Ilario, dalle gallerie ottocentesce realizzate sulle pendici del colle per fermare le frane e dalle fontane di Scannabecco (1241). Luoghi tutti in una unica impareggiabile sequenza lungo Via Cesia o della Piana, in pieno centro storico, a ridosso della
Nel Palazzo, completamente restaurato, si possono ammirare, nelle sale del piano nobile, gli affreschi dipinti dai maggiori pittori del Seicento, come Zuccari, Polinori, Bartolomeo Barbiani e Pietro Paolo Sensini, al quale è attribuito l’unico ciclo pittorico esistente della vita di Jacopone da Todi, il “Giullare di Dio”. La facciata è sobria e armoniosa, impreziosita da un elegante loggiato seicentesco dal quale si affaccia un giardino interno di rara felice collocazione.
A fare da guida ci saranno gli Apprendisti Ciceroni, che altro non sono che gli studenti del Liceo Jacopone e dell’Indirizzo Turismo dell’Einaudi, preparati dai relativi insegnanti in queste settimane e supportati dai volontari del Fondo Ambiente Italiano. Ma ci sarà anche dell’altro: sabato 19 e domenica 20, infatti, nel palazzo risuonerà la musica dell’orchestra della scuola Cocchi-Aosta e del Liceo Jacopone, con ben sei concerti in programma. A sottolineare la particolarità dell’evento, le Poste hanno concesso per l’occasione uno speciale annullo filatelico dedicato alle Giornate FAI di Primavera a Todi riservato a collezionisti ed appassionati.
Palazzo Pongelli, già Benedettoni, si trova nel centro storico di Todi e si inserisce armoniosamente tra la chiesa gotico-romanica di S. Ilario del secolo XII e la Fonte Scarnabecco, che risale al XIII secolo. Il cinquecentesco Palazzo è appartenuto fino alla seconda metà del Settecento alla Famiglia di Jacopone da Todi, uno dei più importanti poeti italiani del Medioevo, autore delle celebri Laude, del Pianto della Madonna e dello Stabat Mater, frate laico dell’Ordine Francescano dei Minori, venerato come Beato dalla Chiesa.
Nel Palazzo, completamente restaurato e caratterizzato anche di un giardino interno, si possono ammirare, nelle sale del piano nobile, gli affreschi dipinti dai maggiori pittori del Seicento, come Zuccari, Polinori, Paolo Sensini e Bartolomeo Barbiani, con preziose testimonianze pittoriche sulla vita di Jacopone, il “Giullare di Dio”.
Chiesa di S.Iario. Le prime notizie relative al monumento risalgono al 1112. L’esterno della chiesa presenta un semplice prospetto in stile lombardo la cui linearità è resa più suggestiva da una serie di cinque dentellature ornamentali disposte in senso orizzontale su tutta la fronte. Di particolare eleganza è il campanile a vela, formato da due ordini. Al centro della facciata è disegnato uno fra gli esempi più antichi di rosoni propriamente detti, ascrivibile al XII secolo. L’interno si connota per la sua estrema quanto suggestiva linearità con la sua unica navata. A destra dell’ingresso è posta un’acquasantiera del XIV secolo e sulla parete sinistra un affresco attribuito allo Spagna. Nella chiesa vi è anche una tela ad olio di Bartolomeo Barbiani, firmata e datata 1640.
Galleria Via Cesia. Fin dall’antichità Todi è stata interessata da frane e smottamenti, con la conseguente necessità di complessi interventi di bonifica. Molti dei lavori riguardarono il sottosuolo: venne realizzato un sistema di gallerie e di pozzi che dovevano drenare le acque sotterranee. Queste gallerie andarono ad intercettare ed in parte sostituire la rete di cunicoli risalente ad epoca romana, prolungandola oltre le mura, per scongiurare nuovi danni alla città. I grandi dislivelli che andavano coperti portarono a soluzioni ingegneristiche molto complesse quali alti pozzi, ripide scalinate, gallerie su più livelli sovrapposti. La visita riguarderà le gallerie realizzate sotto palazzo Benedettoni-Pongelli tra il 1816 e il 1820 per scongiurarne la rovina.