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Fair Play Finanziario: le italiane ok al primo giro, ma il prossimo sarà dura per Roma e Inter

Creato il 03 maggio 2014 da Tifoso Bilanciato @TifBilanciato

La Gazzetta dello Sport ha pubblicato un'analisi di Marco Iaria contenente le previsioni delle possibili sanzioni UEFA per le principali squadre europee. A pochi giorni dalla data in cui conosceremo le decisioni del Club Financial Control Body (proprio ieri il sito della UEFA ha segnalato che le indagini sono ancora aperte per nove delle settantasei squadre cui erano stati chiesti dei chiarimenti), vogliamo riprendere il ragionamento fatto dalla Gazzetta, per capire meglio come la UEFA ragione e cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo anno.

Gli elementi base del Fair Play Finanziario (FFP)

La normativa sul FFP è complessa ed essendo di fronte alla prima applicazione, non esistono precedenti sui quali riflettere. Tuttavia possiamo i principali requisiti richiesti dalla UEFA alle squadre di calcio che partecipano alle competizioni europee sono tre:

  1. l'obbligo di pareggio di bilancio, inteso come un limite massimo di perdite aggregate che possono essere registrate in un periodo di analisi;
  2. l'obbligo di avere un patrimonio netto (capitale sociale + riserve) positivo;
  3. l'assenza di debiti scaduti verso lo Stato, il personale tesserato e le altre squadre di calcio.

Chi viene valutato

C'è sempre stata parecchia confusione nelle informazioni recepite dai tifosi. La UEFA sta attualmente terminando le valutazioni sulle 237 squadre che hanno partecipato a Champions League ed Europa League nella stagione in corso, indipendentemente dal fatto che la loro posizione di classifica attuale nel campionato di competenza li veda già candidati o papabili per la prossima edizione.

Nel caso della Serie A, quindi, i Club analizzati sono stati Juventus, Napoli, Milan, Fiorentina e Udinese. Ce ne sono due (Milan e Udinese) che per la posizione di classifica attuale potrebbero non partecipare a una competizione europea il prossimo annno), mentre ne mancano altri due Roma (già certa della CL) e Inter (ancora in corsa per un posto EL).

Come avviene la valutazione?

La normativa sul Fair Play Finanziario prevede che vengano osservati i risultati all'interno di un periodo di monitoraggio. Questo è biennale per la prima valutazione, quella in corso, e riguarda i risultati delle squadre relativi alle stagioni sportive 2011/12 e 2012/13. Si parte dal risultato prima delle tasse del bilancio ufficiale di ogni squadra, per poi giungere a rettificare eventuali ricavi o costi che siano non coerenti con l'attività sportiva, allo scopo di giungere ad un risultato pre-tax rettificato. Senza tediarvi oltre, vi rimandiamo al post di Marco De Santis pubblicato sul nostro sito ai primi di aprile.

Il risultato della prima valutazione: tutti salvi, a patto che il Milan abbia ricapitalizzato

Secondo le valutazioni fatte dalla Gazzetta, che noi abbiamo integrato con Fiorentina e Udinese che non erano state considerate, le cinque squadre italiane sotto osservazione dovrebbero aver passato il test della UEFA.

Fair Play Finanziario, verifica 2014 Serie A

L'unica squadra che presenta un deficit aggregato è la Juventus, che può mitigare con le rettifiche i 57 mln di perdite fino a portarli a 23 mnl, al di sotto della soglia di 45 milioni che farebbe scattare le sanzioni.

L'altra squadra che dovrebbe essere finita sotto osservazione è il Milan, ma non per il risultato di esercizio (che torna positivo dopo le rettifiche FFP) quanto per la presenza di un Patrimonio Netto negativo nel bilancio consolidato. Si ritiene comunque che sia un aspetto al quale l'azionista abbia posto rimedio, ripianando la perdita esistente, differentemente il Milan sarebbe sicuramente oggetto di sanzioni.

Le candidate per il prossimo anno: grossi problemi per Roma e Inter

Il campionato di calcio non è ancora finito, tuttavia possiamo con certezza considerare Juventus, Roma, Napoli e Fiorentina in Europa per la prossima stagione. L'ultimo posto in Europa League sarà oggetto del rush finale che vede coinvolte varie squadre: noi ci siamo limitati a Inter, Torino, Lazio e Milan.

Questa tabella parte dal risultato di quella precedente (Risultato FFP biennio) e ragiona cercando di identificare quale sia il risultato minimo del 2013/14 per evitare di sforare la soglia dei 45 milioni di euro di perdita, che rimane identica anche se il periodo di analisi sarà triennale (cioè riguarderà i bilanci 2011/12, 2012/13 e 2013/14).

Il valore che emerge viene poi corretto laddove (come ad esempio nel caso del Torino e della Lazio) esisterebbe spazio maggiore per arrivare ai 45 mln di perdita ma questo vorrebbe dire arrivare ad un patrimonio netto negativo, cosa che abbamo visto non essere consentita.

Fair Play Finanziario verifica 2014 e simulazione 2015

Per le informazioni che sono attualmente a disposizione, possiamo ragionevolmente pensare che Juventus, Napoli e Fiorentina non dovrebbero avere problemi a superare il test del Fair Play Finanziario che verrà effettuato il prossimo anno. Le soglie di perdita massima che possono "permettersi" sono decisamente elevate (per il Napoli, che è in utile da 7 anni, ma anche per la Fiorentina, si tratta  di un mero esercizio matematico) ed il loro patrimonio netto è tale da non far pensare a problemi di sorta.

Un po' più a rischio Torino e Lazio, soprattutto per il livello massimo di perdita che è loro consentito avere. In realtà il ragionamento che abbiamo impostato è virtuoso, parte cioè dal presupposto di un non intervento del socio, perché è evidente che se Toro e Lazio presentassero delle perdite maggiori ma le stesse venissero ripianate dall'azionista, questo avrebbe un effetto positivo diretto anche sul patrimonio netto, che rimarrebbe identico.

Le due squadre più in difficoltà sono però Roma e Inter, peraltro per motivazionifra loro diverse.

La Roma

La Roma deve fare in modo di non superare una perdita prima delle tasse al 30.06.2014 di 16,5 milioni: andare oltre significherebbe sforare il limite dei 45 milioni nel triennio e quindi entrare ufficialmente sotto osservazione. Da li scatterebbero ulteriori verifiche, ad esempio sul costo della rosa rispetto al fatturato, che sono "pericolose": il limite previsto dalla UEFA è il 70% dei ricavi (al netto del calciomercato), la Roma oscilla da tempo ben oltre l'80%. Ciò potrebbe portare all'obbligo di ridurre il costo della rosa o limitazioni al calciomercato in entrata (non in assoluto, ma relativamente ai giocatori schierabili nelle competizioni europee).

Il problema maggiore, però sta nel patrimonio netto consolidato, che al 31.12.2013 (ultimo dato disponibile)  era negativo per 65,8 milioni di euro nonostante tenesse già conto di 80 dei 100 milioni di versamenti effettuati dagli azionisti a fronte dell'aumento di capitale in corso). L'aumento (la cui sottoscrizione è prevista entro giugno 2014) potrà mitigare al massimo di altri 20 milioni questa situazione, ma ne mancano altri 46 all'appello (oltre alla perdita di bilancio). Non è una situazione facile, anche perché il requisito UEFA è stringente e secco.

Gli azionisti hanno quindi tempo fino a febbraio/marzo del 2016 per trovare una soluzione a questa situazione (la UEFA indagherà e vorrà risposte concrete, cioè soluzioni identificate e messe in opera). Visto che è poco ragionevole ipotizzare che la società possa produrre un utile di esercizio di 40/50 milioni, molto probabilmente verrà lanciato un nuovo aumento di capitale, magari legato all'inizio della fase operativa del nuovo stadio.

L'Inter

Se la situazione della Roma è di non facile soluzione, quella dell'Inter sembra francamente compromessa. La società si presenta con un fardello di 96 milioni di euro di perdite nel biennio 2012/2013, già al netto di tutti i benefici e riclassificazioni. Per rientrare nel limite dei 45 milioni dovrebbe quindi produre quest'anno (cioè entro il bilancio al 30 giugno 2014) un utile di 34 milioni, cosa che francamente sembra impossibile vista anche la mancata partecipazione alle Coppe Europee. Anche l'Inter presenta un problema sul patrimonio netto, negativo per 6,6 milioni. È però una cifra tutto sommato gestibile, che può quindi essere messa a posto con una sforzo contenuto.

Non è chiara quale potrà essere la linea di difesa della squadra il prossimo anno. Molto probabilmente l'unica arma a disposizione dei nerazzurri è dimostrare, numeri alla mano, che si è realmente iniziato un percorso di risanamento. In questo senso al termine della stagione è facile ipotizzare che si continui il percorso di riduzione dei costi della rosa, non rinnovando o provvedendo a spalmare ulteriormente i contratti più onerosi. Ma non basterà, soprattutto perchè l'Inter non potrà accedere alla Champions League ed ai suoi incassi, dovendosi accontentare – nel caso – dell'Europa League.

Sarà fondamentale comprendere la strategia dei nuovi azionisti. Come sembrerebbero far pensare le recenti operazioni societarie (creazione di MediaCo su tutte) la strada sembra essere quella di cercare rapidamente, mentre si opera sui costi, di massimizzare ricavi derivanti da sponsorizzazioni che superino quelle tradizionali (maglia e materiale tecnico), sfruttando la capacità e visibilità del nuovo azionista su mercati potenzialmente ricchi ma oggi poco sfruttati.

Difficile che possa essere sufficiente a rientrare nei limiti, ma potrebbe consentire all'Inter di attivare il processo di negoziazione con il CFCB per contenere la portata delle sanzioni.


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