Con i primi due penso di aver accumulato approssimativamente 200 ore di gioco, con il terzo ho avuto poco a che fare, nonostante abbia lavorato molto sul lancio, prima che Atari raggiungesse l'accordo di distribuzione globale con Pete Hines e soci.
Dopo aver buttato sangue su tutta una serie di cose successivamente sfumate, ho avuto una sorta di rigetto per il prodotto (ho rosicato, per farla breve) e pur avendolo comprato (in versione liscia, sostituita recentemente da una Limited pettinata) l'ho sempre tenuto da parte.
Negli ultimi tempo comunque, complice l'attesa di New Vegas, ho preso in mano il gioco e tutto è andato come previsto: mi son perso per l'ennesima volta in un mondo fin troppo vasto, per un essere umano con dei ritmi normali.
Fallout 3, se non bastasse il nome che porta alla mente due dei giochi più belli di sempre, è veramente tanta roba. Troppa roba. A dirla tutta, come da pronostico, come per Morrowind e Oblivion, così come per Daggerfall e Arena, dopo un po' rompe anche un po' le palle. Sparare qui e li è divertente, livellare pure, farsi un arsenale power idem eppure...rompe le palle. La vera droga però, sempre e comunque, resta il "lore".
Ogni location una storia, ogni oggetto una scoperta, ogni personaggio una serie di cose da scoprire. Il trucco è sempre lo stesso e Bethesda lo sa: si finisce per stufarsi presto di giocare un FPS ibrido come altri mille (seppur diverso) e ci si smarrisce tra posti, situazioni, storie che, pur somigliandosi inevitabilmente, finiscono per essere sempre diversi.
E questo basta per amare l'ennesimo capolavoro di questo publisher un po' particolare (diciamo "esigente e un po' arrogante" lavorativamente parlando) ma che difficilmente sbaglia un colpo.
Che poi ieri parlando con il buon Malara, ho scoperto che in game è possibile trovare la loro sede in versione nuclearizzata. Oggi faccio un salto e vedo se trovo il cadavere texturizzato di qualche vecchio amico!
Detta questa, vi saluto e torno da Tre Cani che ho un paio di robe da sistemare.