Fallout Fanfiction

Da Rostislav @videogiochiword

Capitolo 1

Le luci del mattino preannunciano sempre un’altra giornata di vita. Un giorno in più per lottare e per soffrire. Una lotta che non porterà nessuno da nessuna parte, ma mentre il mondo ha cambiato totalmente la faccia, la guerra non cambia mai. Dopo la caduta delle bombe e dopo che il mondo fu raso al suolo da un manipolo di uomini dalle grandi ambizioni gli uomini divennero una razza primitiva, anche se con molte conoscenze sul cosiddetto “mondo prebellico” e sulla vita che conducevano prima dell’apocalisse. Manipoli di guerrieri si radunavano per formare delle bande e scorrazzare per i paesi, torturando, derubando e violentando. D’altro canto c’era anche chi voleva ristabilire l’ordine e il controllo, uomini forti e con un passato non sempre molto chiaro. Le città esistevano in una forma molto tribale e spesso le peggiori torture medioevali tornavano utili agli indigeni per estorcere le informazioni, punire o anche solo per divertirsi con un malcapitato. Il mondo è cambiato e le sue forme di vita si sono adottate perfettamente. Animali modificati grazie alle radiazioni hanno assunto forme spaventose e guidati dal più atavico degli istinti devastano ciò che trovano sul proprio cammino. Nemmeno gli esseri umani sono stati risparmiati alle radiazioni, diventando delle creature di nome Ghoul, odiate dalla societa e perseguitate da tutti. L’unica cosa che non è cambiata è la crudeltà. La crudeltà delle persone, che continuavano a giocare a scacchi con il mondo.

Vault 296 è uno dei tantissimi rifuggi atomici creati dal governo per contenere un certo numero di persone, proteggendole da un eventuale guerra nucleare. Derek è proprio uno degli abitanti del Vault 296, sito a sud della zona contaminata della capitale. “Chi nasce in un Vault, muore nel Vault”, questa era la locandina che usava il governo degli stati uniti d’America per far sì che la gente ci resti per davvero. Naturalmente pochi rispettavano questo regolamento e per svariati motivi uscivano dai grandissimi rifuggi per avventurarsi nelle terre, divenute selvagge e pericolose. Derek fuggì dal suo Vaul in seguito ad una grande pandemia, che portava le persone a cibarsi con gli altri abitanti. Anche questa pandemia non è altro che opera del governo, che decise in gran segreto di usare questi rifuggi come delle grandi case per gli esperimenti. Con gli anni si scopri che ogni Vault doveva svolgere una funzione specifica, dettata da qualcuno in alto, probabilmente defunto. Vault con 99 uomini e una sola donna, altri con 99 donne ed un uomo solo, con i robot che pian piano dovevano sopra valere sul genere degli homo sapiens. Strategie che userebbe solo un sadico, desideroso di porre fine al genere umano.

L’aspetto esile del giovane Derek faceva cadere spesso in inganno non solo i predatori, che razziavano i villaggi, ma anche i vari datori di lavoro. Ma è proprio l’aspetto esile che permette a correre più velocemente e che dona più resistenza all’uomo. Ogni battaglia è stata sempre vinta e quasi mai il giovane ha dovuto ritirarsi, anzi, spesso erano proprio i nemici a doversi nascondere dalla sua furia omicida. Bastò davvero poco tempo per far correre la voce su un cacciatore di taglie talmente abile da sconfiggere squadre di predoni e da infondere tanto coraggio agli abitanti dei vari villaggi da renderli sicuri di sé e pronti a combattere in qualunque momento del giorno.

“E cosi, sei il famoso Derek. Quello che va in giro ad aiutare la gente in cambio del denaro, quello che non ha paura di niente. Giusto?” disse l’uomo vicino ad un bancone di una taverna. Il cappello lungo, da cowboy prebellico copriva la gran parte del viso, ma il mento grosso, con una cicatrice in mezzo faceva presagire che era un uomo avventuroso. Un lungo cappotto nero non riusciva a nascondere il suo fucile a canne mozze dietro la schiena e lasciava presupporre che quella non era la sua unica arma.

“Cosi si dice, ma la gente dice molte stronzate. Tu chi sei?” rispose Derek. Il bicchiere di Whisky poggiato davanti al giovane rifletteva gli occhi del giovane, vigili come quelli di un animale pronto a scattare. Il viso, però, lasciava trasparire solamente la più totale indifferenza verso l’interlocutore

“Barista, mi porti un bicchiere di scotch liscio, senza ghiaccio.” ordinò l’uomo al barista, che si sbrigò a servirlo. “Vedi Derek, sono un cacciatore di taglie anche io, ma ora sono inciampato in un caso più grande di me. Dovrei scacciare un gruppo di predoni, che hanno conquistato una base della confraternita d’acciaio e insieme a dei supermutanti hanno modificato le armature e conquistato una città intera. Da solo non potrei mai farcela…”

“E cosi hai pensato di chiamare qualcuno che potesse morire con te.”

“Se la vuoi vedere in un modo cosi drammatico fai pure. Sto reclutando un piccolo gruppo di mercenari, in grado di aiutarmi. Il profitto verrà diviso e poi naturalmente ci sono anche le armature e le armi da vendere.”

“Quante volte ho rischiato la vita, per due tappi, che non mi bastavano nemmeno per una sana bevuta. Ho accettato incarichi di persone sconosciute, quindi non vedo perché no. Se mi offri un altro giro vengo con te.” sbottò Derek svuotando il bicchiere. Il viso del giovane era regolare e molto attraente per il genere femminile, che lo consideravano un eroe e un amante perfetto, ma per lui era un lavoro anche quello. La maggior parte delle donne erano delle ricche donne, che non soddisfatte dal marito chiedevano conforto a lui. Il secondo bicchiere, riempito fino all’orlo non durò nemmeno due minuti. “Ma tu, come ti chiami?”

“Sono un viaggiatore, vengo da un Vault. Sicuramente mi avrai sentito nominare. Vengo dal Vaul 101” alla parola 101, tutti nel pub tacquero per un istante. Avere due leggende in un luogo significava solo una cosa, una battaglia fuori dal comune e naturalmente molti più clienti per il pub.

L’aria fuori dal pub era sempre la stessa. L’odore del morto e della polvere da sparo mischiate con la sabbia. Chi esce dal Vault di solito rimane sempre folgorato e nauseato dal fetido odore, ma dopo qualche giorno quella diventa l’unica aria disponibile e i polmoni si adattano alla sporcizia, mentre il cervello finisce per non percepire quella puzza come tale. Il sole brillava nel cielo, riscaldando il terreno infertile e uccidendo qualche poveretto nella zona contaminata.



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