Falsa partenza per Runner Runner

Creato il 17 ottobre 2013 da Pianosequenza

Runner Runner

(Runner Runner)
Brad Furman, 2013 (USA), 91’
uscita italiana: 24 ottobre 2013
Come già anticipato, la critica non ha recepito positivamente Runner Runner: l'autore Brad Furman appare infatti incapace, a parere di molti, di mettere in scena un film sufficientemente interessante.
Sin dall'incipit il suo ultimo film si rivela infatti noioso e col procedere la situazione non migliora; lo script, appesantito da interminabili dialoghi, costringe a controllare più volte l’orologio, sperando in un epilogo rapido e indolore. Non bastano dunque un cast stellare o un budget da 30 milioni di dollari per fare un buon film, come recentemente dimostrato da numerosi altri flop "illustri".
La sceneggiatura del resto non lasciava presagire niente di particolarmente esaltante. Richie Furst, interpretato da Justin Timberlake, subisce grandi perdite economiche a causa della crisi del 2008 e anche per far fronto all'incremento delle sue tasse universitarie decide di improvvisarsi giocatore di poker on-line. In una sola notte il giovane perde tuttavia più di 17 mila dollari sul portale Midnight Blac e, una volta scoperto che nel sito c’è un bug che permette ai suoi gestori di controllate le perdite e le vincite, vola in Costa Rica per riavere indietro i propri soldi dal proprietario, il poco raccomandabile Ivan Block (Ben Affleck). Da qui si innesta un intreccio, costruito da Brian Koppelmann e David Levin (autori anche di Rounders), che sa di visto e sentito e che qualcuno, a ragione, ha raffrontato al classico Faust: il giovane e intelligente universitario è tentato dal "diavolo", che gli promette un futuro di successo e ricchezza trascinandolo in un giro d’affari poco pulito. Non poteva mancare, infine, l’ammaliante e seducente personaggio femminile, Rebecca Shafran (Gemma Arterton), amante di Ivan e allo stesso tempo attratta da Richie, che ovviamente si innamorerà della giovane.
Sebbene la sceneggiatura sia poco originale e intrigante, la critica punta però il dito contro il regista, che aveva invece convinto in The Lincoln Lawyer, perché responsabile di non aver dato al pubblico quello che si aspettava e che il trailer invece lasciava intendere: un film anche solo d’azione, avvincente, con inseguimenti, sparatorie, scene adrenaliniche dal ritmo incalzante. Troppi sono poi i topos banali che si ripetono sul gioco d’azzardo, la corruzione e la prostituzione, in una Costa Rica stereotipata dove tutti hanno un prezzo e sono disposti a vendersi per una manciata di dollari (descrizione in effetti poco lusinghiera che ha inevitabilmente indispettito i più). Poco convincente anche la fotografia, che non rende giustizia alla location, della quale non ripropone i colori e le atmosfere, che certo potevano essere d’aiuto  per la pellicola.
I personaggi, infine, sono banali e caratterizzati grossolanamente, condizionando le performance delle star chiamate ad impersonarli. Timberlake, che appare ormai troppo "maturo" per interpretare ancora una volta un ragazzetto universitario, convince ben poco e, benché bellissima e affascinante, Gemma Arterton è ridotta a semplice comparsa, un premio che i due protagonisti si contendono. I loro personaggi sembrano davvero  non avere niente da dire. Dal fuoco incrociato dei critici si salva il solo Ben Affleck, reduce dallo strepitoso successo di Argo, l’unico veramente convincente tra gli attori, sebbene al suo personaggio non sia concesso lo spazio che avrebbe meritato.
L`idea di base era probabilmente quella di coinvolgere gli appassionati del tavolo verde per portarli in sala, ma proprio questi, temiamo, saranno i primi ad evitare un film che gioca solo sui luoghi comuni del poker. Quando si dice “giocare male le proprie carte”.

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