Un'ora e un quarto di attesa all'aeroporto, cena di mezzanotte in quattro, doni e notizie dall'Italia, accampamento arrangiato fra divano letto e brandina, trenta gradi col buio e le pale sul soffitto che muovono aria calda. Ma soprattutto il cuore gonfio e traboccante di gioia e gratitudine.
Avere con te persone care quando vivi in un paese straniero è già un regalo bellissimo, se poi il viaggio le porta nientemeno che nella gigante America per la prima volta... diventa tutto molto interessante e divertente!
Dopo una giornata fra DC, Arlington e Alexandria, appuntamento dal dottore, spesa, classe yoga per il giorno dopo, pick-up serale a Dulles, gestione cena/pernottamento, mi ritiro nelle mie stanze stanca morta e felice. La mattina dopo è colazione, profumo di caffè (per chi lo beve), famiglia. Passeggiata con papà, una Old Town tutta nuova, un CVS da ispezionare, la classe di yoga di mezzogiorno da insegnare, le mie lovely girls con cui chiacchierare. Fiori di carta quando torni a casa, profumo di zucchine fritte dalla mamma per condire la pasta. Il cielo come sempre minaccia pioggia e temporale e poi ti sorprende con il solleone. Sam Adams conquista il babbo che subito si attiva per procacciarla.
Preparandosi per il weekend a NYC, aspettando le cicale, calci Taekwondo che allontanano le negatività, voglia di andare in giro e vedere i genitori gesticolare per comunicare con gli Americani.
Sì, due settimane così ci vogliono come il pane!