Family Day. Puntata 1: la Domenica della Buona Gente

Creato il 26 febbraio 2015 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Chi di voi ricorda le innumerevoli pubblicità di una nota azienda alimentare italiana in cui una famiglia perfetta si sveglia sempre di buon umore? Probabilmente quasi tutti. Per anni e anni quest'immagine idilliaca, ma di certo non vera, ha rappresentato per molti un modello a cui aspirare, l'ideale perfetto. Perfetto e impossibile però da raggiungere. Del resto se si provasse a filmare una qualunque famiglia del nostro bel paese in un giorno festivo come la domenica si otterrebbe una visione diversa rispetto al sogno roseo e patinato della réclame, ma probabilmente qualcosa di molto simile alla pièce Family Day. Puntata 1: Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò andata in scena al Piccolo Teatro di Catania.

Lo spettacolo, prodotto da XXI in Scena e promosso dall'Associazione naturalistica e culturale Etna 'ngeniousa, è il primo episodio (sette in totale quelli previsti) di una rassegna teatrale che, ideata e diretta da Nicola Alberto Orofino, si propone di raccontare la famiglia rappresentandone le giornate in cui vengono vissuti "eventi importanti" (si parte dalla domenica, in seguito toccherà tra gli altri a giorni decisivi come quello del matrimonio o della nascita di un figlio).

Il richiamo ironico alla Bibbia presente già nel titolo preannuncia quello che viene effettivamente portato in scena: un ribaltamento della tradizione non soltanto religiosa ma anche sociale della domenica in famiglia. Un modello ideale ormai sempre più lontano da una realtà vissuta all'insegna del compromesso più ipocrita. E difatti i componenti della famiglia italiana, come pure succede a quella che osserviamo sul palco, trascorrono il tempo insieme adempiendo ad un obbligo morale a cui non è possibile sottrarsi, colmo di gesti e rituali ripetuti fino alla nausea. Dal risveglio mattutino e per tutto l'arco della giornata padre, madre, figlia, suocera e cane (rispettivamente interpretati da Francesco Bernava, Egle Doria, Alessandra Barbagallo, Alice Ferlito e Rita Salonia) sono sempre a stretto contatto. Tutti i gesti quotidiani sono compiuti dagli attori in sincrono, quasi a simboleggiare un perfetto ingranaggio, in un ripetersi continuo. E così, per quasi tutta la durata dello spettacolo, gli attori, senza mai parlare, interpretano i membri di una famiglia tipo che, rigorosamente insieme, si recano a messa, passeggiano ammirando le vetrine dei negozi, guardano la TV.

Eppure questa esagerata comunione di attività non è che una facciata, una copertura. Dietro quei gesti convenevoli di affetto e di felicità si nascondono la vera natura dei componenti del nucleo familiare, i loro reali caratteri e gli inaspettati segreti. Ed è solo allora che gli attori parlano, è solo negli ultimi minuti dello spettacolo che a voce confessano i loro intimi e più nascosti pensieri. Proprio per contrapporsi alla finzione quotidiana codificata in gesti e movenze, solo nel loro intimo osano dire ciò che li anima. Un esperimento molto interessante quello ideato da Nicola Alberto Orofino che, anche con una saggia colonna sonora, evidenzia i passaggi consueti, le gestualità ripetute e soprattutto le espressioni facciali (e qui va un plauso a tutti gli attori della compagnia) spesso con un voluto effetto stridente. Leitmotiv di Family day. Puntata 1 sono i primi venti secondi della canzone Un pezzettino di Fabrizio Moro: "Viva la felicità e viva pure chi non ce l'ha / chi la prende e chi la dà / chi è cattivo e te ne ruba un pezzettino", sono le parole che in una sempre più evidente dissonanza marcano le azioni della famiglia in scena, svelando in crescendo quanto quella felicità cantata e rappresentata sia assolutamente finta.

Fotografie di Gianluigi Primaverile


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