Fangirl è l’ultimo libro della scrittrice statunitense Rainbow Rowell, pubblicato negli Stati Uniti da St. Martin’s Press alla fine del 2013, non è ancora stato tradotto in italiano. In Italia l’autrice è conosciuta per i titoli “Per l’@amore basta un clic” e “Per una volta nella vita”.
La scelta di leggere questo romanzo è stata fortemente influenzata dalla notorietà del libro precedente della Rowell, “Eleanor and Park”, che ha fatto sì che il suo nome fosse spesso accostato a quello di John Green nell’immaginario olimpo degli scrittori per adolescenti – paragone un tantino azzardato a mio parere. Quando ho acquistato Fangirl, non avevo ancora letto Eleanor and Park, ma confrontando le trame la scelta è ricaduta sull’ultimo pubblicato, soprattutto per i temi che mi sembravano più interessanti e affini al mio gusto.
Fangirl racconta la vita di Cather Avery durante il delicato passaggio dal liceo al college. Cath ha una sorella gemella, Wren, con la quale ha condiviso ogni aspetto della propria vita, soprattutto dal giorno in cui da bambina, la madre le abbandona con il padre e sparisce. Ma, seppur iscritte allo stesso college, Cath e Wren andranno a vivere in dormitori diversi, frequenteranno persone diverse, interrompendo la simbiosi durata tutta la vita. Appassionata della saga fantasy di Simon Snow, chiaro il riferimento al mondo di Harry Potter, da diversi anni frequenta forum online di fanfiction ed è diventata una delle più apprezzate scrittrici di fanfiction del fandom. Cath è timida e ha difficoltà a interagire con persone che non conosce, ama la lettura, la scrittura e preferisce di gran lunga chattare con amici virtuali che andare ad una festa o a qualsiasi altro evento di socializzazione.
Come il titolo vorrebbe, l’autrice esplora le dinamiche del fandom e dei siti di fanfiction, soffermandosi a lungo sui sentimenti sviluppati dal lettore/fan nei riguardi dei libri del cuore, ma anche sulle reticenze a parlare di questo mondo virtuale causate dalla paura di non essere compresi. La saga di Simon Snow potrebbe essere considerato un personaggio del romanzo e una delle chiavi di lettura della protagonista e in questo è una presenza importante. Tuttavia la quota Snow risulta eccessiva, laddove ad ogni capitolo si antepone uno stralcio della saga originale o di una fanfiction, senza alcuna linearità o consequenzialità, finendo per interrompere continuamente il ritmo della storia principale e di annoiare il lettore con eventi slegati tra loro, che difficilmente creano interesse e che non si fregiano di alcun valore letterario.
Fangirl potrebbe essere considerato un romanzo di formazione, in cui la protagonista passa dall’aver paura anche di chiedere l’ubicazione della mensa, finendo per alimentarsi soltanto con barrette energetiche, ad un livello di maggiore consapevolezza e accettazione. Il lettore accompagna Cath nei primi due semestri al college, un anno in cui la protagonista interagisce lentamente con il nuovo mondo e in cui riesce a trovare il modo per abitarlo, senza snaturare se stessa.
La Rowell, escludendo l’espediente metaletterario, è molto brava a tener alta l’attenzione del lettore, grazie alla costruzione di personaggi carismatici e bel delineati. Ogni ragazzo o adulto ha caratteristiche peculiari, ogni personaggio, anche secondario, mostra le proprie zone d’ombra e le proprie debolezze. In Fangirl non esiste la perfezione e immedesimarsi nei protagonisti è semplice ed immediato, ci si riconosce nei loro difetti e nei loro comportamenti. E la protagonista non è un brutto anatroccolo che diventa un cigno passando dagli occhiali alla coroncina di reginetta del ballo, non c’è stravolgimento ma soltanto crescita, Cath e i suoi amici restano esattamente gli stessi, con le proprie passioni e i propri deliri, ma si accettano l’un l’altro esattamente per quello che sono, evolvendo verso una versione più adulta di se stessi.
Lo stile dell'autrice non si distingue per essere particolarmente brillante o riconoscibile; nonostante la Rowell sia in grado di costruire un romanzo con un buon ritmo e una storia credibile e sia convincente nella descrizione delle psicosi sociali della protagonista, in altri aspetti la scrittura è veramente debole. In un romanzo che è pensato come composto da una storia principale, estratti da libri fantasy venduti in tutto il mondo e fanfiction scritte da quella che è considerata una futura scrittrice di successo non si assiste mai a un vero cambio di registro, né in positivo né in negativo. Le descrizioni fisiche dei personaggi sono stereotipate e l’indugiare sempre negli stessi gesti di alcuni personaggi, più che creare affezione crea fastidio nel lettore.
Un romanzo fresco e con tematiche di partenza interessanti ma dalla riuscita un po' incerta.