Una vera e propria economica e militare; ma anche un bacino culturale di rilevante influenza a livello universale.
Certo, quando si dice India, non so se a tutti viene in mente che in realtà stiamo parlando di una varietà di lingue, religioni, etnie assai diverse tra loro.
Il sub continente è così vasto che basterebbe spostarsi da sud al nord per trovare differenze climatiche tali che non possono non avere influito anche sul carattere, sui costumi e sulle tradizioni dei loro abitanti.
Così I Gond dell’India centrale (un popolo tendenzialmente nomade e dai costumi sessuali assai liberi), i Bengalesi della zona di Calcutta (tanto presuntuosi da ritenersi i migliori tra gli abitanti dell’India); I Sikh (che passano delle ore a curarsi la barba e tanto attaccati al loro turbante da vincere la causa contro il governo londinese che voleva constringere i Sikh della diaspora britannica a togliersi il turbante per indossare il casco, quando si fossero messi alla guida moto); I Kashmiri (che abitano una regione ostile, al confine col Pakistan, con la loro capitale Srinagar, la Venezia indiana); i Naga (un popolo di razza mongolide e di lingua tibeto-birmana) che abitano il confine nord orientale dell’India; I Tamili (che abitano nel meridione ed il cui nome è più noto per i bellicosi cugini dell’isoola di Ceylon); I Parsi (i raffinati abitatori di Bombay e dintorni).
E ne abbiamo citato soltanto alcuni.
Insomma un vero e proprio caleidoscopio di razze, lingue e culture, unito più per i recenti trascorsi della dominazione britannica che per altro.
Comunque una realtà con cui fare i conti ad ogni livello, destinata a scalare ancora le classifiche economiche della società internazionale.