Il giochino di stilare una classifica lo fanno un po’ tutti. I libri, i film o le canzoni più belle, gli sportivi più bravi, i personaggi più importanti… le liste che esistono sono un’infinità, e nonostante questo se ne potrebbe realizzare un numero ancora più grande. Anche se so che i gusti sono soggettivi, e alla fin fine io leggo quel che interessa a me indipendentemente da quel che ne pensano gli altri, io non resisto alla curiosità di spulciare in liste di questo tipo per vedere cosa contengono. Ovviamente non sono mai d’accordo con tutto, certo io non avei messo così in basso Martin e Jordan, ma la lista dei migliori cento titoli stilata dai curatori di Fantasy Book Review è interessante.
Sono persone che conoscono la fantasy, e anche se non sempre la pensiamo allo stesso modo, forse vale la pena dare uno sguardo a qualche titolo che loro giudicano importante e che io non ho ancora letto.
Se non traduco il titolo significa che il volume (o la saga) non è stato tradotto in italiano. I titoli sottolineati sono quelli che ho letto anch’io.
Questa la lista originale: http://www.fantasybookreview.co.uk/top-100-fantasy-books/
Un classico. Tolkien non ha inventato il genere fantasy, ma senza il suo decisivo contributo il genere oggi sarebbe molto meno famoso, e probabilmente anche molto diverso. Però vederlo costantemente al primo posto mi piace poco, come se fosse impossibile superarlo (e con questo non sto disprezzando il romanzo, che adoro e che è una delle opere che mi ha fatto scoprire il genere).
2) Cormac McCarthy, La strada.
Non l’ho letto, ma mi domando cosa ne penserebbero gli estimatori a vederlo inserito in una lista fantasy. Sono convinta che molti di loro inorridirebbero, e magari tirerebbero fuori assurdità tipo “è un mainstream, solo usa elementi non proprio reali per farci vedere meglio la nostra realtà”.
3) Steven Erikson, La caduta di Malazan, composta da I giardini della luna, La dimora fantasma, Memorie di ghiaccio, La casa delle catene, Maree di mezzanotte, I cacciatori di ossa, Venti di morte, Reaper’s Gale, Toll the Hounds, Dust of Dreams.
Ho letto solo i primi due, quindi vedere Erikson così in alto mi fa un po’ effetto. Riconosco che, avendo conosciuto l’uomo che è diventato mio marito mentre stavo leggendo I giardini della luna, forse non c’ero tanto con la testa e non ho capito tanto bene il libro. Però anni più tardi gli ho dato una seconda possibilità con La dimora fantasma e mi sono annoiata, quindi ho concluso che è lo stile di Erikson che non fa per me.
4) Brandon Sanderson, La via dei re.
È sullo scaffale. Una delle letture del prossimo futuro.
5) Ursula K. Le Guin, Saga di Earthsea, composta da Il mago di Earthsea (o Il mago), Le tombe di Atuan, La spiaggia più lontana (o Il signore dei draghi), L’isola del drago, I venti di Earthsea, Tales from Earthsea.
Ho letto solo la trilogia originaria, carina ma non straordinaria. Forse l’ho letta troppo tardi, dopo aver conosciuto scrittori più giovani di Ursula e aver imparato ad amare un altro tipo di scrittura. Certo lei sa usare le parole, ma il coinvolgimento emotivo per me non è mai stato altissimo.
6) N.K. Jemisin, The Inheritance Trilogy, composta da The Hundred Thousand Kingdoms, The Broken Kingdoms e The Kingdom of Gods.
La fama di Sanderson è improvvisamente esplosa a livello mondiale nel momento in cui Harriet McDougal, vedova ed editor di Robert Jordan, lo ha scelto per completare La Ruota del Tempo. Grazie a questa scelta l’autore è arrivato anche in Italia e io, come suppongo molte altre persone, ho letto i suoi libri per scoprire chi fosse il tizio che avrebbe completato una delle mie saghe preferite. Risposta: un signor scrittore. La trilogia è davvero molto bella, con una forma di magia insolita e scene d’azione decisamente spettacolari.
8) Robert Holdstock, Saga dei Mitago, composta da La foresta dei Mitago, Lavondyss, Il tempio verde, The Hollowing, Merlin’s Wood, Gate of Ivory, Gate of Horn, Avilion.
9) Guy Gavriel Kay, Il paese delle due lune.
Kay è probabilmente il mio scrittore preferito, c’è bisogno di aggiungere altro? Forse solo che questo è il primo romanzo suo che ho letto (non il primo che lui ha scritto) e che, come tutti, in alcuni punti mi ha spezzato il cuore.
10) Susanna Clarke, Jonathan Strange e il signor Norrell.
Romanzone dal sapore ottocentesco, storia alternativa della guerra condotta dagli inglesi contro Napoleone, in un mondo nel quale la magia funziona. Per certi versi assimilabile alla saga di Temeraire di Naomi Novik, nella quale entrambi gli eserciti possono contare sulla forza bellica dei loro gradi, anche se stili e atmosfere delle due autrici sono molto diversi. Opera a mio giudizio sopravvalutata, interessante in alcuni punti, noiosa in altri.
11) Kenneth Grahame, Il vento nei salici.
12) Robin Hobb, I mercanti di Borgomago, composta da La nave della magia, La nave della pazzia, La nave in fuga, La nave dei pirati, La nave del destino.
Trilogia diventata, nella traduzione italiana, una serie in cinque volumi. Io ho letto i primi tre e sono belli, vedremo quando concluderò la lettura. I volumi sono già sugli scaffali in attesa, ma attenderanno ancora un po’ visto che uno degli ultimi libri che ho terminato è firmato proprio da Robin Hobb.
Romanzo bellissimo, devo scriverne la recensione per FantasyMagazine. Prossimamente sarà tradotto in italiano, ma i dettagli non sono ancora noti.
14) James Barclay, Once Walked With Gods.
Il romanzo, inedito in italiano, è un prequel alla serie del Corvo, tradotta anche nella nostra lingua.
15) Alan Garner, La pietra magica di Brisingamen.
16) Ernest Cline, Player One.
Malgrado il titolo inglese, il romanzo è disponibile anche in italiano.
17) Robert E. Howard, Gli accoliti del cerchio nero.
18) J.R.R. Tolkien, Lo hobbit.
Linguaggio e trama molto più semplici rispetto a quello che di fatto è un seguito, Il signore degli anelli. Ma questo volume Tolkien lo ha scritto per i figli.
19) Ted Hughes, L’uomo di ferro.
20) Neil Gaiman, Il figlio del cimitero.
21) Robin Hobb, Trilogia dei Lungavista, composta da L’apprendista assassino, L’assassino di corte e Il viaggio dell’assassino.
Quando Megan Lindholm è passata dall’urban fantasy alla fantasy classica si è scelta un nuovo nome, e la sua fama come Robin Hobb è enormemente cresciuta. Io ho trovato un po’ troppo lenta la parte iniziale di L’apprendista assassino, anche se poi il romanzo mi è piaciuto, ho adorato L’assassino di corte e sono stata con il fiato sospeso per buona parte del Viaggio dell’assassino, almeno finché non ho capito cosa stava combinando Veritas. Poi ho letto la conclusione un po’ stancamente, il finale non mi è piaciuto. Per questo ho ignorato i libri della Hobb per anni, almeno fino al suo viaggio in Italia del 2010. Vedremo cosa penserò delle nuove storie dedicate a FitzChevalier quando ci arriverò.
22) Robin Hobb, Trilogia dell’uomo ambrato, composta da Il risveglio dell’assassino, La furia dell’assassino e Il destino dell’assassino.
Come appena scritto, ci devo ancora arrivare.
Così in basso? Stiamo scherzando, vero? O forse è solo perché questa saga non ha ancora la sua conclusione? Ok, loro hanno scritto così e io ne prendo atto, mica devo condividere i gusti dei curatori della Fantasy Book Review. Segnalo che I fuochi di Valyria e La danza dei draghi sono ancora in attesa di pubblicazione, ma io li ho già letti perché ho letto il romanzo da cui quei frammenti di libro sono tratti: A Dance with Dragons. Quanto a The Winds of Winter e A Dream of Spring lo scrittore li deve ancora terminare, speriamo prima di un decennio…
Martin mi piace giusto un pochetto, suppongo si veda da ogni commento che scrivo su di lui, quindi qui non mi dilungo oltre.
24) William Horwood, La saga di Duncton, composta da La foresta di Duncton, Duncton Quest, Duncton Found.
25) Robert Jordan (e Brandon Sanderson), La Ruota del Tempo, composta da L’Occhio del Mondo, La grande caccia, Il drago rinato, L’ascesa dell’ombra, I fuochi del cielo, Il signore del caos, La corona di spade, Il sentiero dei pugnali, Il cuore dell’inverno, Crocevia del crepuscolo, La lama dei sogni, Presagi di tempesta, Le torri di mezzanotte e A Memory of Light.
Le torri di mezzanotte uscirà il 2 febbraio in traduzione italiana, A Memory of Light è previsto in inglese per la seconda metà dell’anno, giusto in tempo per la fine del mondo. La saga è dotata anche di un prequel, Nuova primavera.
Così in basso? Stiamo scherzando, vero? Ok, questo l’ho già scritto, quindi mi fermo qui. E questa è un’altra di quelle saghe delle quali, chissà perché, ogni tanto parlo.
26) Jonathan Stroud, La trilogia di Bartimeus, composta da L’amuleto di Samarcanda, L’occhio del golem e La porta di Tolomeo.
Serie per ragazzi godibilissima anche dagli adulti. Bartimeus è un genio, e il suo modo di rapportarsi ali esseri umani è da morir dal ridere.
27) Mervyn Peake, Trilogia di Gormenghast, composta da Tito di Gormenghast, Gormenghast e Via da Gormenghast.
Più passa il tempo, e più sento parlare di questi libri, e più mi convinco che prima o poi dovrei provare a leggerli.
28) China Mieville, Perdido Street Station.
Mi spiace, ma il buon China non fa per me. Il suo mondo è troppo privo di regole e imprevedibile per i miei gusti. Puoi avere anche la più smisurata fantasia del mondo, ma io devo sapere che il mondo di cui mi stai narrando ha confini ben definiti, o altrimenti mi ci perdo e abbandono la lettura. Come è successo con questo romanzo.
29) Tad Williams, Shadowmarch Quartet, composto da Shadowmarch, Shadowplay, Shadowrise, Shadowheart.
Serie inedita in italiano, ma quando nei primi anni ’90 avevo letto il suo Ciclo delle spade (Il trono del drago, La pietra dell’addio e La torre dell’angelo verde volumi 1 e 2, quest’ultimo sarà ristampato questo mese) mi era piaciuto, quindi magari quando finisco il mio lunghissimo arretrato di romanzi in inglese provo questa saga.
30) Brandon Sanderson, Elantris.
Su Mistborn. L’ultimo impero Fanucci aveva scritto che a breve avrebbe pubblicato Elantris. Io sto ancora aspettando.
31) Paul Kearney, The Match, composto da The Ten Thousand e Corvus.
32) Mary Victoria, Tymon’s Flight.
Ho visto, e amato moltissimo, la versione Disney del libro. Ma sapendo che scempio Disney ha fatto di Pinocchio, chissà come reagirei alla lettura del libro.
34) Tim Powers, Le porte di Anubi.
35) Richard Adams, La collina dei conigli.
36) J.K. Rowling, Saga di Harry Potter, composta da Harry Potter e la pietra filosofale, Harry Potter e la camera dei segreti, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, Harry Potter e il calice di fuoco, Harry Potter e l’ordine della fenice, Harry Potter e il principe mezzosangue, Harry Potter e i doni della morte.
Con Harry Potter ho visto una divisione netta: c’è chi lo ama sopra ogni cosa, spesso anche in modo del tutto acritico, e chi allo stesso modo lo disprezza. Io ho apprezzato i romanzi, e su di loro ho letto anche alcuni saggi critici molto ben fatti, ma sono contenta di non vedere la saga ai primi posti. Tolkien e Rowling (e magari pure Paolini, assente da questa top 100) ai primi posti mi avrebbero davvero fatto dubitare della bontà della classifica, facendomi sospettare che fosse poco critica e più votata al consenso. Invece la scelta di mettere così in basso la Rowling (e anche Martin e Jordan, già che ci siamo) è una conferma dell’onestà dei giudizi di chi ha stilato questa classifica.
37) Stephen Donaldson, Le cronache di Thomas Covenant l’incredulo, composte da La conquista dello scettro, La guerra dei giganti, L’assedio della rocca, Il sole ferito, L’albero magico, L’oro bianco.
Dopo essermi notevolmente annoiata con il primo romanzo ho abbandonato la lettura. E Thomas mi è antipatico.
38) Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray.
Che bello veder inserire il capolavoro di Wilde in questa classifica! Perché anche se coloro che li leggono come classici a volte non paiono rendersene conto. Il ritratto di Dorian Gray è un fantasy, così come Lo strano caso del Dottor Jeckill e del signor Hyde è un’opera di fantascienza.
39) Glen Cook, Chronicles of the Black Company, composte da The Silver Spike, The Black Company, Shadows Linger, The White Rose, Shadow Games, Dreams of Steel.
40) Bram Stoker, Dracula.
41) J.C. Marino, Dante’s Journey.
42) J.M. McDermott, Never Knew Another.
43) Jasper Fforde, One of our Thursdays is Missing.
44) Justin Cronin, Il passaggio.
45) Kim Newmann, Anno Dracula.
46) Peter S. Beagle, L’ultimo unicorno.
L’unico libro di Stroud, almeno fino a questo momento, senza Bartimeus. Temi e stile cambiano completamente, ma anche questa è un’opera straordinaria.
48) Philip Pullman, Queste oscure materie, composte da La bussola d’oro, La lama sottile, Il cannocchiale d’ambra.
Ho letto il primo, carino e nulla più. Non ho mai trovato un valido motivo per proseguire la lettura.
49) Margo Lanagan, Tender Morsels.
50) Raymond E. Feist, Trilogia di Riftwar, composta da Il signore della magia, L’incantesimo di Silverthorn, Scontro a Sethanon.
Anche in questo caso mi sono fermata definitivamente al primo volume.
La lista prosegue con altri cinquanta titoli. Se volete sapere quali sono basta cliccare sul link che si trova all’inizio di questo articolo. Io segnalo rapidamente la presenza di alcuni volumi/saghe. Fra quelli che non cito ci sono anche diverse opere tradotte in italiano.
La torre nera di Stephen King. Ho letto il primo volume, non mi è piaciuto e non credo che continuerò la lettura.
Il libro della giungla di Rudyard Kipling e Lo strano caso del Dottor Jeckyll e del signor Hyde di Robert Louis Stevenson, giusto per notare la presenza di alcuni classici, con buona pace di chi snobba il fantasy. Io ho letto e amato solo il secondo.
La saga dei Rigante di David Gemmell. Curioso che ci sia questa e non la saga dei Drenai, la sua opera più famosa. Manca anche quella che io amo di più, la trilogia dedicata a Jon Shannow.
Buona apocalisse a tutti! di Terry Pratchett e Neil Gaiman. Anche qui, curioso che di Gaiman manchino Nessun dove (che mi è piaciuto molto) e American Gods (che invece non ho letto).
Warbreaker di Brandon Sanderson. A quando una traduzione?
Bitten di Kelley Armstrong, e qui siamo nell’urban fantasy. Ogni tanto mi dico che dovrei provare a dedicare più attenzione a questo genere, ma fino ad ora al massimo ho letto opere carine, mai capolavori.
La serie del Mondo Disco di Terry Pratchett. Io ho letto solo A me le guardie!, ma mi sa che non vado d’accordo con i libri umoristici. Raramente li amo.
La trilogia degli elfi oscuri di R.A. Salvatore. Ho provato una sola volta a leggere una saga ispirata da un gioco di ruolo, con la coppia Weis-Hickman, e sono giunta alla conclusione che un gioco può anche essere bellissimo, ma scrivere un romanzo è un’altra cosa. Non ho mai letto nulla di Salvatore.
Il sindacato dei poliziotti yiddish, di Michael Chabon. E anche questo viene considerato mainstream.
La trilogia degli Elène di David Eddings. Mancano Belgariad e Mallorean, decisamente più famosi, ma la saga di Eddings che io amo di più è proprio questa.
La trilogia di Abhorsen di Garth Nix. Cosa? Leggere il primo è stata una vera sofferenza, tanto che non mi sognerei mai di avvicinarmi agli altri. Ed è in classifica? È proprio vero che i gusti sono gusti.
Blood of Elves, di Andrzej Sapkowski. Il romanzo sarà tradotto a breve, e ne sono felice visto che Il guardiano degli innocenti e La lama del destino mi sono piaciuti parecchio.