A sottolinearlo è una nota della Fao: “secondo l’ultimo rapporto congiunto dell’Unità di valutazione della sicurezza alimentare e della nutrizione della Fao (Fsnau) e del Sistema d’allerta rapida sulla carestia (Fews Net) dell’Usaid, il numero delle persone che necessitano di assistenza umanitaria d’emergenza è calato da 4 milioni a 2,34 milioni, il 31 per cento della popolazione. Al culmine della crisi erano a rischio della vita più di 750.000 persone”.
Il rapporto ha tuttavia messo in guardia che restano ancora a rischio della vita circa 325.000 bambini somali gravemente sottonutriti. “Le ragioni principali di questo miglioramento sono state l’arrivo delle piogge attese per mesi, insieme alla massiccia distribuzione di fattori produttivi agricoli e alla grande risposta umanitaria degli ultimi sei mesi”, ha affermato il nuovo Direttore Generale della Fao Josè Graziano da Silva nel corso di una conferenza stampa tenuta a Nairobi dopo aver visitato il sud della Somalia. “La crisi non è ancora terminata però. Si potrà risolvere solo se non verranno meno le piogge e continueranno gli interventi coordinati e di lungo periodo in grado di ricostituire la capacità della popolazione locale di rispondere alle emergenze, e si riusciranno a collegare le azioni di soccorso d’emergenza allo sviluppo duraturo”, ha aggiunto sollecitando un rinnovato impegno da parte di tutta la comunità internazionale. La crisi in corso continua a gravare sull’intera regione del Corno d’Africa, con 9,5 milioni di persone che necessitano di assistenza d’emergenza in Somalia, Kenya, Etiopia, Gibuti, 3,5 milioni in meno rispetto ai 13 milioni al culmine della crisi.
Fonte: Frontierenews.it