Sono “l’aria, l’acqua, la terra, il clima”, le foreste “producono l’ossigeno che respiriamo, contribuiscono alla difesa della biodiversità, svolgono un ruolo primario nella salvaguardia del suolo e delle risorse idriche e funzionano come depositi di assorbimento del carbonio.
Una foresta a San Lorenzo in Banale, provincia di Trento (flickr.com)
Ecco perché è importante sostenere e proteggere questo patrimonio ‘verde’ a livello globale e locale”. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, alla vigilia della ”Giornata internazionale delle foreste 2014″ proclamata dalla Fao il 21 marzo.
In Italia, prosegue la Cia, “le foreste rappresentano una grande ricchezza di diversità biologica e con 12 miliardi di alberi oggi occupano il 34 per cento della superficie territoriale. Ma questo non basta”. Per la Cia, infatti, “solo attraverso una corretta gestione delle foreste è possibile garantire tutte le funzioni che queste svolgono”. C’è necessità, insomma, osserva la Confederazione degli agricoltori, “di recuperare e di rafforzare la gestione e la manutenzione delle foreste, anche perché costituiscono una delle principali risorse per lo sviluppo delle aree rurali e montane e sono fonti straordinarie non solo di ossigeno, ma di occupazione, reddito e materie prime rinnovabili”.
Un compito, dice la Cia, “che sembra cucito addosso agli agricoltori e selvicoltori. Non solo perché il 40% circa delle aziende del settore è interessato da boschi, ma anche perché già oggi gli agricoltori sono in prima linea nella salvaguardia del patrimonio forestale italiano, fungendo da ‘guardiani’ del territorio contro gli incendi e il degrado dei versanti e da ‘custodi’ delle tradizioni del mondo rurale”. Di conseguenza, conclude la Cia, agricoltori e selvicoltori, “si candidano naturalmente ad essere parte attiva nella gestione delle foreste, e quindi del ‘polmone verde’ del Paese”.
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