- No no, un attimo, in realtà, pare ci sia stato un – eufemisticamente parlando – errore: infatti, i nuovi contratti sono stati 327 mila (circa la metà!), di cui 210 mila sono stabilizzazioni di precari e 117 mila nuove assunzioni.
Inoltre, stando ai dati dell'Istat, a beneficiare del balz(in)o in avanti dell'occupazione, sono stati soprattutto gli over 50 (+ 5,8%), mentre agli under è andata peggio.
- Sempre a vedere il bicchiere mezzo vuoto. Comunque, grazie alla nuova riforma del lavoro, che incentiva le assunzioni, gli over 50 che erano stati espulsi dal mondo del lavoro, ora hanno trovato una nuova occupazione".
- Vero, come è anche vero che gli sgravi fiscali, messi a disposizione dal Governo, hanno attirato anche i furbetti che, approfittando della situazione, licenziano i dipendenti con i vecchi contratti garantiti, per poi riassumerli con il più "leggero" e conveniente Jobs Act.
- Fa niente, resta il fatto che è merito del Jobs Act e dell'azione del Governo, se il Paese sta ripartendo.
- Anche questo vero solo in parte: in pieno deserto, un assetato sarebbe disposto a bere qualunque cosa, pur di placare la propria sete. Il Jobs Act, infatti, è ancora – colpevolmente – incompleto. Gli ultimi 4 decreti attuativi, infatti, sono ancora in alto mare: erano in agenda per la scorsa settimana, ma sono stati rimandati al prossimo Consiglio dei Ministri.
Dovremo, quindi, aspettare ancora, per vedere all'opera le ultime parti della riforma renziana, ovvero:
1. Politiche attive: è stabilita la creazione della nuova Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro (in pratica, i nuovi Centri per l'Impiego) e l'introduzione dell'assegno di ricollocazione per disoccupati (una sorta di mini-assegno di diosccupazione, post NASPI e DIS-COLL, gestito dalla nuova Agenzia);
2. Semplificazione: è previsto il riordino delle norme in materia di sicurezza sul lavoro e di informatizzazione del rapporto tra datore di lavoro, lavoratore e Pubblica Amministrazione;
3. Riordino ammortizzatori sociali: introdotta la nuova Cassa integrazione, la cui durata massima diventa di 24 mesi (36 solo in casi particolari);
4. Controlli: l'idea è quella di creare l'Agenzia unica di controllo, che raccolga i vari ispettori del lavoro – ad oggi, suddivisi tra Ministero del Lavoro, Inps ed Inail - in un'unica struttura ispettiva. Infine, la contestatissima norma sul controllo a distanza dei lavoratori – finita, anche, sotto la lente di ingrandimento dell'Unione Europea – sembra sia sul punto di essere depennata dall'agenda di Governo.
Prima di dare briglia sciolta alla propaganda trionfalistica, prima di dare numeri, bisonga sempre far bene i conti del lavoro: la matematica non è un'opinione.
Danilo