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FAR EAST FILM FESTIVAL 13: il ritorno del maestro Johnnie to con “Don’t go breaking my heart”

Creato il 05 maggio 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Dopo il ritorno al noir duro e puro di Vendicami, Johnnie To firma una commedia romantica squisita che diverte e coinvolge gli spettatori del Far East Film Festival. Il film hongkonghese diretto e prodotto da To insieme a Ka-fai (impegnato anche in veste di co-sceneggiatore) ha ricevuto un’accoglienza strepitosa sia in patria sia nella Cina continentale, segnando un nuovo avvicinamento brillante e maturo al genere già esplorato agli inizi del 2000 (Needing You…, del 2000, Love on a Diet , del 2001, e My Left Eye sees Ghosts, del 2002).

La storia è incentrata su un bizzarro triangolo amoroso dove due uomini si contendono con trovate rocambolesche il cuore di una donna. L’analista finanziaria Zixin (Gao Yuanyuan) è alle prese con l’elaborazione di una rottura amorosa quando incontra Qihong (Daniel Wu), un architetto in crisi che ha trovato rifugio nell’alcol. Zixin diventa inconsapevolmente la sua musa e l’oggetto di un amore profondo e sincero. Contemporaneamente, conosce Shen-ran (Louis Khoo), manager in carriera che lavora nell’ufficio di fronte. Tra i due prende il via uno scambio di messaggi non verbali molto divertente dal quale sboccia una combattuta storia d’amore messa in crisi dall’animo cedevole al fascino femminile di Shen-ran. I due uomini diventano così i protagonisti di un ‘duello all’ultima follia’ votato alla conquista dell’amata Zixin.

To dà prova di grande senso del ritmo nel raccontare la storia abitata da personaggi a tutto tondo (soprattutto quelli maschili) con cui lo spettatore entra subito in relazione. Il profilo psicologico dei contendenti è scolpito con realismo e accortezza ed evita di incastonarsi in antagonismi manichei poggiati su tratti banali e stereotipati. La lotta tra i due prende le mosse da un presupposto comune – l’amore profondo – declinato tuttavia nelle specifiche qualità e debolezze. Per quasi due ore assistiamo ad una corsa verso la vetta incalzante e travolgente ravvivata da una verve comica che non scende mai di tono. La costruzione dell’intreccio non perde la sua lucidità e il dubbio amletico della donna è continuamente giustificato dalla meticolosa caratterizzazione di Qihong e Shen-ran. Gli uffici dei tre, racchiusi in grandi vetrate, diventano lo spazio scenico dell’azione muta con cui avviene il corteggiamento prima di Shen-ran e poi di Qihong. Sfruttando questo espediente architettonico, To crea delle gag esilaranti sostenute, in alcuni momenti cruciali, da un montaggio complesso a tre tempi che lega una successione serrata di immagini. Anche le piazze e i palazzi di Hong Kong e di Suzhou (città d’origine di Zixin) finiscono col diventare parte attiva della sceneggiatura fornendo uno spunto di riflessione ai protagonisti, assumendo per essi un valore affettivo ed evocativo, diventando lo scenario simbolico della ‘battaglia finale’.Insomma, tutto funziona armonicamente nella commedia di To, persino l’apparentemente accessoria presenza di una rana/grillo parlante utilizzata come insolito testimone della devozione a un’ideale nonché sprono alla presa di posizione.

La rivalità tra Shen-ran e Qihong si chiude con la scelta tanto necessaria quanto faticosa di un vincitore, a cui lo spettatore arriva con grande partecipazione. Non vogliamo rovinarvi la sorpresa svelando il nome del prescelto ma possiamo garantirvi una conclusione assolutamente appagante, chiunque sia stato il vostro beniamino lungo l’intero arco narrativo.

Francesca Vantaggiato


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