Faraona al melograno

Da Manineinpasta

Partecipazione G.

 Oggi di cosa parliamo?

Di una ricetta di un nostro illustre concittadino….

E che vuol dire illustre concittadino?

beh uno che è nato nella nostra stessa città e che è diventato famoso.

Ah ho capito…e chi sarebbe?

Ugo Tognazzi, un famoso attore morto già da qualche anno, ma che era anche un grande appasionato di cucina. E faremo uno dei suoi piatti che più mi piacciono per scenograficità: la faraona al melograno. A me in generale la faraona piace parecchio, e trovo che le sue carni si sposino bene con abbinamenti profumati come il melograno o la vaniglia (come in questa ricetta). Ovviamente noi reinterpretiamo un po’ la ricetta originale, allegerendola un pochino e rendendola ancora più semplice…tanto che è adatta anche papà neo-single che vogliano fare una figurona con davvero poco sforzo

Dai andiamo a cucinare…

Gli strumenti:

  • Un tegame che possa andare sia sul fuoco che in forno (altrimenti ve ne servono due distinti)
  • Uno spremiagrumi
  • Una frusta da cucina (al limite anche una forchetta)
  • frullatore ad immersione

Gli ingredienti:

  • 1 faraona tagliata in parti da voi o dal macellaio (in genere la trovate anche nei supermercati)
  • 3 melograni (anche 2 se sono molto grandi)
  • 1 bicchiere di vino o un bicchierino di rum
  • 1 cucchiao di farina di riso (o 2 di fecola o anche di farina)
  • 1/2 cipolla
  • 30 g di burro (facoltativo)
  • olio, sale e pepe q.b.

Tagliamo finmemente la cipolla e fatela rosolare sul fuoco con un pochino di olio insieme alla faraona. Sfumate con uil vino (o meglio il rum) e appena è evaporato aggiungiamo il succo di 2 melograni (1e 1/2 se grandi) che abbiamo ottenuto spremendoli con lo spremiagrumi come se fossero arance. Credetemi è il modo migliore per ottenere tutto il succo e sporcare poco (non zero eh…) in cucina.

A questo punto trasferiamo in forno già caldo a 180 gradi e lasciamo cuocere per circa 45 minuti/1 ora. Per essere sicuri della cottura controllate che le coscie non sanguinino più se le incidete vicino all’osso.

Togliamo la faraona dal tegame e teniamo in caldo sul piatto di servizio (rimettiamo nel forno spento ma ancora caldo). Facciamo sciogliere il burro nel sugo,  e nel frattempo stemperiamo la farina di riso in poca acqua fredda in modo da non fare grumi. La aggiungiamo a filo al sugo e passaiamo tutto con il frullatore ad immersion per rendere tutto liscio ed omogeneo…non vorremmo mai che ci fgossero ancora cipolle in pezzi.

Serviamo in tavola decorando con i grani del melograno avanzato sgranato con cura dalle manine di G.

Da bere? Sarò ripetitivo, ma visto gli abbinamenti di sapori le bollicine sono il vino che se la cava meglio…magari un Saten. Se non vi piacciono (domandatevi il perchè…ci sono specialisti in grado di curarvi )potete provare o con un bianco leggermente aromatico come un riesling oppure un rosso altoatesino, tipo un Lagrein che abbia fatto poco legno.


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