In questo articolo vorrei soffermarmi sull’uso quotidiano di parole straniere: il cattivo uso, direi, sapendo che la mia è forse una battaglia persa in partenza. Non per questo rinuncio a combattere: la rubrica, infatti, non a caso riguarda la lingua italiana.
Vorrei giocare un po’per divertirmi e capire se, a torto o a ragione, ci scontriamo con una realtà alquanto sorpassata e lontana dalla mentalità corrente o se mantenere certe espressioni ci sia utile e non di detrimento
Citerò alcuni termini che si considerano intraducibili, per passare poi a quelli che hanno, forse, ancora qualche speranza di essere tradotti se pur saltuariamente.
Break E-book G*y Meeting Part-Time Stand-by Trash Vin d’honneur
Chi parlerebbe ormai infatti di “fare una pausa” se può usare un termine molto più breve ed efficace come Break? E come definire un libro “digitale” e non cartaceo?
Per non dire del termine inglese che identifica la persona omosessuale, dal momento che spesso viene citata con termini alquanto volgari e inopportuni mentre G*y e’ addirittura rasserenante.
E il cattivo gusto dove lo mettiamo? Ma è Trash, se vogliamo essere incisivi e immediati.
Passo quindi a elencare una serie di termini dei quali vorrei conoscere l’eventuale utilizzo di chi scrive, legge o semplicemente parla in italiano
Badge Beauty farm Bep Brand Briefing Budget Check-In Cloud Cool Crossover Fitness Flashback Misunderstanding Music-live Nick-name Out feet look Outing Password Planning Politically correct Pool Q droid Reset Sit-in Sold-out Spending Review Spoil-system Stand-by Target Trench Trend Welfare Wellness.
Tentiamo l’esperimento della corrispondente parola nella lingua dei nostri padri? … c’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico … Pascoli docet (scusate ma il latino è altrettanto efficace e immediato)!
Se qualche linguista avrà dunque la pazienza di suggerire traduzioni brillanti, incisive, pertinenti … Io mi limito a ricordare le nostre origini:
«Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte sancti Benedicti» Placito di Capua marzo 960
« Se pareba boves, alba pratalia araba, (et) albo versorio teneba, (et) negro semen seminaba» Indovinello veronese sec.IX
Ne abbiamo fatta di strada … perché dimenticare da dove veniamo? Certo il progresso è utile e imprescindibile ma… altrettanto necessaria la consapevolezza del cammino intercorso.
Featured image, l’indovinello veronese.
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