Lo annunciano in una nota il presidente di Federfarma Sicilia, Francesco Mangano, e il presidente di Federfarma Palermo, Roberto Tobia, dopo l'omicidio di giovedì scorso della farmacista 79enne, durante un tentativo di rapina.
“Giuseppina Iacona - commenta Roberto Tobia - era un esempio di dedizione al lavoro e di serietà professionale: una vita dietro il banco le aveva conquistato la simpatia e l’affetto di tutti. Ha rappresentato quegli avamposti di frontiera che sono le farmacie rurali, che scelgono di essere sempre disponibili h 24, aperte anche sabato e domenica senza chiudere mai, perché spesso solo l’unico presidio di assistenza pubblica in piccoli territori talvolta abbandonati a se stessi".
Federfarma Palermo ha anche chiesto un incontro urgente al prefetto, Francesca Cannizzo, per segnalarle che l'incolumità di chi lavora in farmacia e di chi vi entra per bisogno di cure è messa a rischio da un'escalation di attacchi che negli ultimi mesi hanno colpito le farmacie.
"Da un lato - denunciano i farmacisti - vi è il costante aumento di rapine sempre più violente; dall'altro si registrano, soprattutto nei centri minori, pretese di soldi e medicine da parte di soggetti agli arresti domiciliari che evidentemente possono uscire impunemente da casa, e questo non è un fatto circoscritto a Blufi. Ad aggravare la situazione si sono aggiunti articoli che hanno additato all'opinione pubblica, riportando dati falsati, singoli titolari di farmacia come una sorta di 'Paperoni' che, senza esserlo, sono comunque stati esposti all'attenzione della criminalità".
"Per questo la nostra categoria subisce ancora di più quanto è accaduto oggi - sostiene Federfarma Sicilia - se in una grande città come Palermo ci siamo rassegnati ad essere il bancomat della criminalità subendo quotidianamente rapine, aggressioni e vandalismi, in provincia questa è una novità gravissima da non sottovalutare. Una violenza inaudita e senza motivo, probabilmente frutto dei continui attacchi mediatici che in questo periodo puntano a mettere in cattiva luce la figura del farmacista e della farmacia".
"Noi sì che siamo prigionieri agli arresti domiciliari - afferma Tobia - con le porte della farmacia aperte a subire gli attacchi di chiunque, senza possibilità di difenderci. Auspichiamo che le autorità competenti facciano il possibile per fermare il dilagare di violenza mediatica e criminale che si scarica contro l’obiettivo unico rappresentato dalla farmacia".
''C'è bisogno di protezione per chi lavora in farmacia e per chi vi entra - conclude la Federfarma - lo stato deve intervenire con tutte le Istituzioni competenti per garantire il diritto alla sicurezza e la serenità in un luogo di vita e di salute qual è la farmacia. Certamente non può essere una telecamera a fermare criminali che non hanno nulla da perdere''.