Undici anni dopo è ancora tempo di bilanci. Facebook raccoglie la spazzatura emotiva di chiunque, e le lettere probabilmente, le scrivono solo i notai e i calligrafi. A pensarci bene, a volte le scrivono anche i medici.Quello che è cambiato rispetto ad allora, è che non c'è più un confine netto tra ciò che si "desidera" e ciò che si "deve" fare. E' cambiato anche l'aspetto della strada facile, che è sempre da privilegiare rispetto a tutte le altre, ma che a vederla bene è sempre stata il "nostro" personalissimo labirinto con cui radicalizzarsi o illanguidirsi, a seconda delle necessità. E' cambiato il modo di pensare e leggere ciò che poi scrivo, me ne accorgo anche e soprattutto riguardando le prime righe di questo pezzo. Non vedo più la necessità di girare attorno a qualcosa utilizzando delle metafore per non parlare della cosa stessa: mi infastidisce continuare a usarle, per poi chiuderlo questo pezzo. Nonostante questo, non cambia la mia volontà di stare dove sono, convinto molto più di quando ho cominciato, di aver preso la strada giusta. E se all'inizio avevo paura, ma mi faceva piacere pensare il contrario, adesso che conosco una paura più grande, vedendo che non ho alcun potere per comprenderla e dominarla, mi illudo che con un avversario così forte, ci puoi anche convivere, sentendoti tutto sommato più vivo di quando si era estranei. Una paura che terrà legati stretti, coloro che scrissero e lessero undici anni fa.
Non so se e in che modalità, proseguirò con le frequentazioni "social" ora che ho così tanto tempo da impiegare bene. Non vedo il motivo di continuare a suggerire a tutti di seguire quello che faccio, o di cercare di sembrare acuto o intelligente, visto che probabilmente quello che faccio, dovrebbe in un certo senso bastare a rappresentarmi. Che non ho il potere di cambiare l'opinione di chi ha già deciso che sono uno spocchioso o un incapace, come di chi pensa il contrario. In realtà, non vorrei che ciò che sembrano essere delle scuse per un'eventuale assenza, diventino esattamente questo.Per ciò a chi legge, chiedo di dimenticare questo messaggio, allo stesso modo in cui si fa con una qualsiasi delle cazzate tremende che bofonchia un amico intrippato a fine serata.Che magari poi, quella cazzata ti torna in mente qualche anno dopo, quando è il momento giusto per riderci sopra.
Alla tua salute, vita. Vediamo che altro hai da dirci.