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Fashion=Fascism: diario di una femen inpenitente

Creato il 27 febbraio 2012 da Mondoinformazione @matteopartenope

Il movimento delle Femen nasce in Ucraina come risposta al dilagante fenomeno della
moda schiavista.

 

 Chi ,il 6 Novembre scorso ,ha avuto la fortuna (o sfortuna, dimentico sempre bisogna essere super partes) di trovarsi in Piazza San Pietro per l’abituale Angelus domenicale, si sarebbe trovato di fronte una bellezza bionda che, a seni scoperti, invocava nella piazza del Bernini, la libertà per le Donne.
Inutile dire che le più patinate insegne giornalistiche hanno gridato allo scandalo, in quel trionfo di moralismo che tanto caratterizza la Stampa italiana.
Insomma si è risposto alla tipica maniera nostrana: prima uccidendo, poi chiedendo spiegazioni. Tuttavia, reputo sia d’obbligo spiegare i fatti come essi realmente sono.

Le Femen sono un gruppo femminista ucraino nato nel corso dello scorso anno per combattere e fronteggiare a testa alta i soprusi e la vera e propria schiavitù sessuale a cui sono sottoposte le donne che appartengono al mondo della Moda nel loro paese.La fondatrice del movimento, Anna Hutsol, dichiara che le Femen sono nate perché “la società ucraina è fondata sul maschio e le donne hanno ruoli soltanto passivi”. Huston si batte da sempre contro la prostituzione e, nel 2009, le Femen hanno proposto il reato di responsabilità criminale legato all’industria del sesso.

Da qui l’idea dell’equazione Fashion=Fascism. La moda non come momento di condivisione della bellezza comune, ma come vera è propria dittatura sessuale. Con questi propositi, e con cartelli in cirillico inneggianti al motto del movimento

Il nostro Dio è donna, la nostra missione è protestare, le nostre armi sono i seni nudi!

Le femen nel giro di un mese danno battaglia prima al Nostro Presidente del Consiglio, accusato di prostituzione minorile e di stupro aggravato, poi si rivolgono alla Santa sede e certo rendono al Papa molto evidenti le loro intenzioni.

In entrambi i casi finiscono in manette, accusate di ” ledere a quell pubblica decenza ” che già, da tempo, ed in forme meno dirette ma più scandalose ancora, il nostro Paese aveva gia perso.

Non ci resta che prestar fede alla parole di Fedor Dostoevskij quando affermava che la “Bellezza salverà il mondo”. Sarà questo il preludio?
Se si vuol sapere di più sulle attività del movimento si può accedere al suo blog.


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