Ci sono cose che sono semplicemente oltre. Oltre ogni livello di trash e di genialità combinate insieme. Un caso è Sharknado, film tv ma più che altro Z-movie perfetto per una visione estiva a neuroni sotto lo zero. Kung Fury però va oltre ciò. Perché se Sharknado per quanto spassoso è – ammettiamolo – una merdata girata e recitata da cani, con effetti speciali agghiacciandi e una realizzazione generale da denuncia, Kung Fury è invece un gioiellino di tecnica. Ma facciamo un passo indietro. Un passo indietro di 30 anni, dritti negli 80s, perché è lì che è ambientato ed è come se in quel periodo fosse stato realizzato il film...
"Vorrei viaggiare nel futuro soltanto per poter visitare Pensieri Cannibali."
Il film? Non è proprio un film. È un cortometraggio della durata di 30 intensi spettacolari minuti. Che se uno prima di vederlo mi avesse detto che mi sarei esaltato così tanto con un cortometraggio svedese di arti marziali che omaggia il cinema di Van Damme con tanto di spaccata e i telefilm più tamarri degli anni '80 l'avrei preso per pazzo, e invece... Invece Kung Fury è un frullato di tutti i prodotti più trash degli 80s, che siano film, serie tv, cartoni animati e persino videogame, riletti in una chiave tanto rispettosa quanto ironica, in una maniera non troppo distante dal mitico Hot Rod - Uno svitato in moto con Andy Samberg.
Finanziato attraverso il sito Kickstarter e presentato all'ultimo Festival di Cannes, Kung Fury è una delle rivelazioni più clamorose dell'annata. Il fatto di essere un corto di appena mezz'ora è il suo grande pregio, come il suo difetto. Difetto perché dopo averlo visto se ne vorrebbe ancora. È come se fosse il pilot di una serie di cui desidereresti almeno una stagione, o anche una decina. È però anche il suo pregio perché sono convinto che probabilmente una durata maggiore avrebbe portato a diluire le idee migliori e a rendere il tutto meno elettrizzante. Cosa comunque che non è detto che non accada, visto che a questo punto mi aspetto che Kung Fury sia trasformato in un lungometraggio, o magari un'intera saga di lungometraggi.
Nonostante non tutte le sue trovate siano del tutto divertenti o geniali o completamente riuscite, però la maggior parte lo sono, la mezz'ora di Kung Fury è tra le cose più esaltanti e originali in cui vi possiate imbattere quest'anno. Ci sono delle trovate letteralmente pazzesche, degne della follia di una serie come Man Seeking Woman, gli effetti speciali nel loro essere kitsch e volutamente vintage funzionano meglio rispetto a quelli di tanti costosissimi blockbusteroni americani, c'è una scena di combattimento fenomenale quasi quanto quella di Old Boy, una fotografia tanto ottanta da commuovere e in generale come detto una realizzazione tecnica davvero da applausi, per regia e montaggio. Certo, i livelli di recitazione non sono proprio eccelsi, però anche in questo siamo in linea con i livelli delle pellicole e dei telefilm qui omaggiati/parodiati. Il cast è capitanato dal regista e sceneggiatore di questo gioiellino, David Sandberg, che appare come un incrocio tra un Bruce Lee, un Ralph Macchio e un Johnny Depp vecchi tempi, con una voce più profonda di quella di Rui Costa. Ma vi ricordate che voce profonda aveva Rui Costa?
Ciliegina sulla torta, una colonna sonora ricca di synth che fa il paio con quella di Drive e che “vanta” anche un pezzo cantato da David Hasselhoff, pure presente nella pellicola con un piccolo cameo. Più di così non vi dico. Aggiungo solo, anche se a questo punto non credo sia nemmeno necessario, di correre a guardarvi questo Kung Fury. Mezz'ora di pura libidine 80s. (voto 80 roba/100)