E' incomprensibile capire come abbia potuto proliferare fino a un sesto capitolo, peggio è capire come il pubblico non si sia mai stancato di seguirla e soprattutto è arduosissimo immaginare come potrà andare ancora avanti in futuro: perché è cosa certa che "Fast & Furious 7" si farà senza dubbio alcuno, ce lo dice proprio la fine di questo sesto, annunciandolo con un botto a sorpresa roboante e grandioso (durante i titoli di coda).
La verità è che la risposta non scientifica a tutti questi leciti quesiti è una sola, ed è la stessa che spinge Dom e la sua inscindibile banda a ritornare sull'asfalto e a risporcarsi le mani dopo il colpo grosso fatto in Brasile: la famiglia. Come lo è per loro - personaggi e attori - anche per il pubblico che non lo ha mai perso di vista "Fast & Furious" è diventato una rimpatriata di famiglia, una di quelle maschie (anche le donne, seppur sensuali, devono possedere mascolinità) in cui ci si riunisce tutti, eccentrici compresi, e ci si sfoga senza limite discutendo principalmente di motori, donne e denaro. E Justin Lin, il regista, in questo quadretto raffigura ormai la madre, avendo ereditato il franchise dal terzo capitolo senza averlo più mollato e avendolo cresciuto insieme al suo sceneggiatore di fiducia Chris Morgan, che a questo punto potrebbe impersonare senza sforzi la figura del padre.
La vera sfida a ogni appuntamento risiede nell'inventare nuove provocazioni (o pretesti) gustose o quantomeno credibili, che diano modo ai protagonisti di muoversi liberamente in quei canoni che più gli appartengono e gli scorrono nelle vene. Con "Fast & Furious 6" il lavoro riesce alla perfezione, finalmente Lin e Morgan insieme danno vita a un parco giochi adrenalinico, action e esagerato al punto giusto, che mescola nel suo composto tracce di "007", "Mission: Impossible" e "Ocean's Eleven". Diminuendo con sapienza le corse e il panorama di automobili superveloci e modificate, l'intento qui appare quello di fornire al contesto un aspetto lievemente più ordinato e curato di quello assolutamente eccessivo e strabordante avuto in "Fast 5": c'è una trama abbastanza solida, momenti divertenti e stemperatori e combattimenti corpo a corpo che aiutano a far spiccare meglio le figure new entry di Dwayne Johnson (già presente nel precedente ma ora dalla parte “giusta”) e di Gina Carano (lei nuova di zecca). Le sfrecciate su strada vengono allora tenute come ciliegine sulla torta e inserite in apertura, al centro e ovviamente nel gran finale pirotecnico, in cui momenti strabilianti tosti e potenti non esitano a rubare la scena e a strappare applausi scroscianti non appena si spingono a sfidare e a sconfiggere le leggi della gravità e della fisica.
Insomma, la famiglia è la famiglia e quando la si rivede e ci si riunisce la buona compagnia è sempre assicurata. Ci si diverte, si discute, si soffre, con un divertimento frenetico e un calore tale sufficienti a spingere ognuno di noi a voler proseguire la corsa lungo questo percorso posto su di una strada infinita. Dove si respira solamente l’odore del vento dell’olio e dei motori roventi.
Trailer: