Fin dagli inizi del 2011 è partita la selezione per il posto di procuratore della Corte Penale Internazionale (CPI) in sostituzione di Luis Moreno-Ocampo, primo procuratore, eletto nel lontano 2003.
Le due più autorevoli candidature per l'ambita carica erano rispettivamente quella del tanzaniano Mohamed Chande Othman, già investigatore presso il tribunale per il Rwanda ed esperto ONU per i diritti umani, e Fatou Bensouda, giudice in Gambia e vice-procuratrice della CPI.
Sta di fatto che a spuntarla tra i due é stata Fatou Bensouda intorno al cui nome si è subito formato il consenso unanime.
Quindi Fatou sarà la nuova procuratrice da giugno 2012.
La sua elezione è avvenuta in occasione della decima assemblea degli Stati aderenti al CPI, a New York, dal 12 al 21 dicembre scorsi.
L'assemblea comprende tutti i 120 Paesi, che hanno ratificato lo statuto della Corte, più i numerosi altri che hanno il ruolo di osservatori.
Nell'occasione sono stati eletti anche sei nuovi giudici ossia un terzo dell'intero collegio.
Prima della Bensouda al vertice delle procure internazionali ci sono state ,comunque ,altre donne.
Per esempio, Louise Arbour e Carla del Ponte, impegnate al tribunale penale per la ex-Jugoslavia e note al grosso pubblico.
Poi c' é stata Navi Pillay ,invece, in servizio presso l'Alto Commissariato ai diritti umani delle Nazioni Unite e, infine, la nostra Silvia Arbia, che attualmente é cancelliere capo al CPI e che i lettori di Jambo Africa già conoscono per aver letto alcune delle pagine tratte dal suo libro, fresco di stampa, "Mentre il mondo stava a guardare", edito da Mondadori nella collana "Strade blu", la stessa che ha pubblicato con successo "Gomorra" di Saviano.
Insomma... quando si dice "donna". E anche in Africa, finalmente.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
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