Fatterelli in climax

Creato il 04 luglio 2013 da Unarosaverde

Ho incrociato uno dei cagnolini del quartiere, qualche giorno fa. Ero in auto e stavo svoltando a destra, su una strada che incrocia la vecchia statale. Lui stava arrivando dalla stessa traversa, scodinzolando in mezzo alla carreggiata. Si è fermato allo stop, ha guardato più volte a destra e a sinistra e poi ha attraversato, proseguendo la sua esplorazione sull’altro lato. Un animale di cui fidarsi.

Sabato sera, a Fano, c’era il saggio di fine anno della  scuola di ballo locale e ragazzi di ogni età, nei costumi di scena, si esibivano sulla platea dell’anfiteatro prospiciente il mare. Sulle gradinate e sulla passeggiata si era radunata una piccola folla di parenti, amici, turisti curiosi. Tra essi c’era una famiglia di cinque persone: madre, padre e tre figli maschi il più piccolo dei quali, di un anno e mezzo, ha preteso e ottenuto di essere messo a terra e, al ritmo della musica, ha cominciato a ballare. Piegava morbido e a tempo le gambine ancora instabili a ritmo di musica, oscillando qua e là: sul viso portava stampato un sorriso felice e a tratti rideva, guardando il padre che lo tratteneva per il colletto, per evitare che gli scappasse giù, in mezzo ai ballerini, preso dall’entusiasmo delle note. Piangeva disperato se tentavano di prenderlo in braccio e andare via. Sembra che, fin da neonato, la musica abbia esercitato su di lui questo effetto travolgente. Era bellissimo vederlo muoversi contento. Dopo quattro o cinque canzoni è crollato, tra le braccia della madre, esausto per la troppa gioia.

C’è stata una rissa nel parcheggio dell’azienda davanti a cui lavoro che ha coinvolto persone che, in gradi diversi di conoscenza, mi sono note. Il tam tam del gossip ha messo a fuoco le linee guida della faccenda così come ve le riporto. Due tizie hanno scoperto che stavano condividendo lo stesso uomo. Si sono date appuntamento e, appena l’hanno visto arrivare, una delle due gli “ha fatto il chiodo” all’auto. Il tipo ha reagito, mollando uno sberlone. Ne è nata una collutazione: lui picchiava lei mentre l’altra tentava, all’inizio, di difenderla; poi si è allontanata. Lui ha già avuto precedenti per violenza, con un’altra donna da cui ha avuto figli e con questa stessa che comunque continua a frequentarlo. Un altro tizio è passato accanto ai tre e, pur vedendo l’uomo a cavalcioni della donna intento a picchiarla, ha tirato dritto un po’ perchè ha sottostimato la gravità della situazione, un po’ per evitare di essere coinvolto, come una volta sembra gli sia già capitato, a far da testimone in un’infinita causa civile. La ragazza picchiata ha rilasciato un’intervista alla televisione locale, mostrando i lividi, denunciando l’aggressione e l’indifferenza dei passanti.  Ne nasceranno denunce e contro-denunce. Per quanto la violenza, in ogni sua forma, sia una delle manifestazioni umane che più mi ferisce e che più condanno, per quanto altro, di non noto, ci sia stato nelle dinamiche di questo triangolo e nel modo in cui si sono svolti veramente i fatti, quando rifletto su tutta questa vicenda, donne incluse, l’unica sensazione chiara che riesco a percepire è il disagio che provo davanti alla miseria  umana.


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