FATTI E LIBRI: Un’idea per risanare il bilancio dello stato ci sarebbe…

Creato il 28 maggio 2013 da Ilibri

FATTI E LIBRI: Un’idea per risanare il bilancio dello stato ci sarebbe…

In precedenti articoli abbiamo già avuto modo di constatare come, in questi tempi di difficoltà economica per il nostro Belpaese, chi ci governa ricorre molto spesso al sistema più semplice per fronteggiare un debito pubblico sempre più vorace: mettere le mani nelle tasche degli onesti cittadini.

Eppure, forse, i risultati sarebbero migliori – non soltanto sul piano dell’equità, ma anche in termini quantitativi – se le mani … venissero piazzate, una buona volta, su patrimoni ben più cospicui e di losca provenienza: come sembra suggerire la notizia di un sequestro record operato recentemente dalla Dia, la Direzione Investigativa Antimafia.

Noi però, più che di problemi di finanza pubblica, ci occupiamo di libri e ripristiniamo subito l’attinenza tra le notizie relative a sequestri di beni e i romanzi: innanzitutto ricordando che, in un nostro precedente articolo, abbiamo commentato il prequel de “Il padrino”, “La famiglia Corleone” di Ed Falco.

Oggi, segnaliamo che un altro romanzo si occupa dell’argomento. Con “I lupi di Palermo”, Carlo Santi - per bocca del protagonista - dice: “Il crimine organizzato va combattuto colpendolo al cuore, nei propri interessi economici, seguendo i soldi si arriva in cima, ai vertici dell’organizzazione”.

E ancora: “La legge … ha previsto novità importanti, è una norma corposa ed efficace: il sequestro dei beni, il blocco dei conti correnti sospetti, la verifica delle imprese in caso di appalti pubblici, il carcere duro … le pene ridotte per i pentiti di Mafia e la distruzione immediata in loco della droga sequestrata …”

Il romanzo è ambientato negli anni novanta e si sviluppa intorno a una guerra che si scatena senza esclusione di colpi: “La Cupola ha previsto un acquisto massiccio di droga per finanziare non solo l’acquisto di armi ed esplosivo, ma anche per reclutare ed armare un esercito di uomini nuovi”.

Bruno Elpis

  

  

  

 

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