Un’aula magna gremita di studenti e non solo quella dell’ITIS “A. Volta” di Perugia, per il tanto atteso incontro con il Procuratore della Repubblica di Terni dott. Fausto Cardella. L’evento: “Indifferenti o corresponsabili? Mafie e illegalità in Umbria” è stato organizzato dal Presidio della Scuola “G. Rechichi” in collaborazione con l’associazione Libera Umbria. A introdurre la conversazione con il celebre magistrato sono state, in ordine di apparizione, la vice preside prof.ssa Paola Maurizi, la quale ha ringraziato l’associazione Libera per il suo impegno nel programmare nel territorio italiano percorsi didattici e corsi di formazione rivolti ai docenti sul grande tema della legalità, e in particolare, dell’antimafia sociale. A seguire l’intervento della Prof.ssa Antonella Guerrini del Presidio Scuola ‘G. Rechichi’ di Libera che, tra le altre cose, ha ricordato che nel corso dell’anno saranno dedicate tre giornate speciali precisamente nei mesi di gennaio, febbraio e marzo, che vedranno protagonisti i ragazzi di molte scuole della provincia di Perugia, chiamati a esprimersi su tematiche specifiche quali: mafie e illegalità in Umbria, schiavitù sessuale e la Memoria. “Non esiste una mafia buona (intesa a proteggere donne e bambini ) e una cattiva.” Ha esordito chiaro l’autorevole magistrato. Questo immaginario è venuto fuori da opere letterarie come il famoso romanzo ‘Il padrino’. Nella realtà sono tutte sciocchezze. – Prosegue- “Il messaggio è un inganno: i mafiosi sono uomini vigliacchi. Il solo coraggio del mafioso si mostra nell’agguato. “Il procuratore Cardella ha ricordato poi la figura di suo nonno, ingegnere minerario e direttore di miniera e di com’era viva al tempo la paura della mafia che governava e controllava i lavoratori nell’interesse dei proprietari e dei possidenti terrieri. E di come gli ripetesse spesso che con la mafia “Non bisogna mangiarci nello stesso piatto” frase simbolica ma densa di significato e intesa a non chiedere agli uomini mafiosi né favori, né regali. “Una regola aurea- prosegue Cardella – che salvava la coscienza e la vita in determinati casi”. Proseguendo nel suo seguitissimo discorso (principalmente rivolto ai giovanissimi ascoltatori che in lo seguivano con estremo interesse dalla platea) ha poi ripercorso, a brevi e tratti, la sua importante e personale esperienza giudiziaria dagli inizi della carriera in magistratura nella città di Trapani, quando da giovane prestava servizio allo Stato nella sua terra di origine, la Sicilia. Terra di grandi eroi indimenticabili come i giudici Falcone e Borsellino. In particolare, ha tratto spunto da alcuni episodi accadutigli durante i suoi primi anni di formazione per rivelare al pubblico presente in sala quanto sia stato (ed è ancora) drammatico e complesso e diffuso il senso dell’omertà. Ha inoltre espresso quieto apprezzamento per la situazione ‘apparentemente tranquilla’ che vige in Umbria. Ma non bisogna abbassare per questo la guardia poiché la regione rappresenta, come da recenti notizie di cronaca, un luogo fertile e pericoloso per il proliferarsi di “sporchi affari come il riciclaggio o per nascondere i latitanti “. Esperienze e testimonianze preziose e dirette quelle del Procuratore Cardella, facenti parti della sua vita, e che hanno nel tempo, inciso nel profondo nell’animo di un’ancora, e soprattutto, sempre giovane magistrato forgiandolo e dandogli quel senso di rigore, sobrietà e marcato impegno necessario a distinguere la realtà dei fatti. Riflessioni e considerazioni hanno animato la seconda parte dell’incontro costruendo e rafforzando tra i presenti, idee, buoni propositi e convinzioni sul tema della legalità. Un lungo, unanime e sentito plauso da parte delle scolaresche accorse ha fatto da coda salutando, e confermando, l’amata popolarità di questo valente magistrato che si sta avvalorando, sempre di più, come un simbolo e punto di riferimento per le nuove generazioni.
Rosita Giulian – giornalista freelance
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