Ha fatto bene il giornalista di Piazzapulita a mandare in onda quell'intervista a Giovanni Favia? Se lo chiedono tutti dopo quanto visto ieri sera. Le reazioni alle parole del consigliere regionale del Movimento 5 Stelle a microfoni spenti (o meglio: lui pensava lo fossero) ha scatenato un fiume in piena. Tutti contro tutti. Lui contro Casaleggio. I grillini contro Piazzapulita. Giornalisti contro giornalisti ecc...
Se dicessi che un qualsiasi giornalista non ha la tentazione di fare una cosa del genere sarei un'ipocrita di dimensioni gigantesche.
Certo che ce l'ha.
Resto, però, dell'opinione che un minimo di deontologia professionale ci debba essere. Tu giornalista hai il sacrosanto diritto/dovere di pormi delle domande e fare in modo di ottenere delle risposte. Io, però, in quanto intervistato ho il diritto di dire di no magari prendendomi poi la responsabilità di fronte all'opinione pubblica dato che le persone, giustamente, non vedono di buon occhio chi non risponde.
Il giochino di Piazzapulita, stavolta, non mi è piaciuto.
Anche Favia, però, ha le sue responsabilità. Secondo me Ciro Pellegrino ha ragione.
"Ce n'è anche per Favia: il politico che non ebbe coraggio di mettersi contro lo spin doctor di Grillo. La sua pavidità è evidente nel momento in cui si esprime soltanto con la garanzia (presunta) delle telecamere spente. L'opposizione interna è un ruolo nobile nella politica, nessuno gliel'ha mai detto, a Favia? Ecco, cosa spaventa più di tutto: l'estrema approssimazione all'esercizio di un ruolo: Giovanni Favia che ha paura di mettersi contro Casaleggio, riuscirà mai a battersi per il bene comune contro ben altri poteri? Fossi un grillino, mi preoccuperei proprio di questo".