“Per rompere il ghiaccio, lei ha 90 anni, come li ha festeggiati e cosa le hanno regalato”?
“Niente di niente, io faccio sempre festa”!
Lapidario e crudo come sempre, oserei dire anche, efficace e concreto, caratteristiche che hanno accompagnato in tutti questi anni di carriera la narrazione del giornalista che si è affiancato all’evolversi della storia della nostra Italia.
“La guerra partigiana ha rappresentato un periodo pieno di opportunità”? domanda Fazio – “ Per assurdo avevamo paura che gli alleati arrivassero troppo presto di aver avuto il tempo di lottare per guadagnarci la libertà”!
Poi il nord costruisce un Italia quasi americana e il sud invece resta arretrato, povero.
Nel racconto del ’68 Bocca rivela che l’anno orribile non è mai stato rivoluzionario, perché “senza nessun programma”, semplice stato di eccitazione, movimento borghese e antipatico. Per Bocca la critica agli antifascisti di non aver fatto la rivoluzione, trova risposta nella frase di Togliatti che disse: “Ci provi lei a fare la rivoluzione, non è mica così facile”.
Si racconta poi della mafia come istituzione che serve a “raccogliere i soldi dei vizi degli italiani e a trasferirli al sistema bancario, il denaro sporco non esiste, è tutto pulito. Purché venga raccolto” e conclude affermando che la criminalità organizzata ci sarà sempre.
La parte sul berlusconismo è particolarmente breve: “Per nausea, ho scritto tante centinaia di pagine su Berlusconi che mi son stufato”.
L’Italia ladra? Per Bocca è difficile rimanere onesti, perché rubano tutti.
Concetti terribili, detti con calma assoluta rendendo tali parole ancora più inquietanti.
Come sarà Panariello non esiste?
“Cominciamo dal titolo. Mi è capitata una cosa che mi ha fatto riflettere. Ho incrociato per strada una signora che non appena mi ha visto ha detto al suo bambino: “Lo vedi chi c´è?”. Il piccolo mi guardava con l´aria stranita. E lei: “Come, non lo riconosci, è Panariello, quello che ti fa ridere in televisione”. La risposta del bambino è stata: “Ma Panariello non esiste”. Evidentemente dentro il cubo televisivo io, i Gormiti e Bruno Vespa per lui sono la stessa cosa. Quando dissi a mia nonna che avrei lavorato in Rai, lei rispose “ho fatto un sugo buono, che glielo porti a Pippo Baudo?”: per molta gente se non sei dentro il televisore non esisti. E allora mi è venuto in mente di fare uno spettacolo che racconti il Panariello quotidiano, che fa la spesa al supermercato ma anche quello televisivo, con i suoi personaggi. Insomma, tra realtà e fantasia: “Cerco di infondere il buonumore con nuovi personaggi e poi ternerò in Tv”!