Febbraio 2016: anteprima 2084. La fine del mondo di Boualem Sansal

Creato il 22 febbraio 2016 da Erika @erika_zini

Sarà in libreria tra pochi giorni un romanzo distopico ispirato alla celebre opera di George Orwell “1984”, “2084. La fine del mondo” dello scrittore algerino Boualem Sansal (Neri Pozza).

Come facilmente deducibile dal titolo, ci troviamo in un futuro non troppo lontano dove tutti gli incubi del presente sembrano realizzati nella forma di una feroce teocrazia totalitaria.

Forse la religione fa amare Dio, ma niente è più efficace per far detestare l’uomo e odiare l’umanità.

Sotto l’egida di una religione che ha tutte le risposte (dopo aver deciso quali sono le domande), il mondo è finalmente in pace e gli abitanti felici (anche se alle persone non resta che «morire per vivere felici», come recita il motto dell’esercito abistano). I ricordi delle guerre sante del passato sono ormai lontani e per chi non si pone troppi dubbi e sottostà alla volontà di Yölah, tutto scorre “sereno”.

Tranquillità che il trentacinquenne Ati non riesce più a trovare e la tentazione di andare oltre i confini a scoprire la verità dei cosiddetti “rinnegati” inizia a farsi strada in lui.

Avrete capito che ci troviamo di fronte ad una immaginifica distopia, proprio sull’onda di 1984 di Orwell dove l’autore immagina un futuro dove il mondo sia stato preso “in gestione” da una religione estremista e nonostante Sansal abbia inserito questo doveroso disclaimer ad inizio romanzo:

È un’opera di pura fantasia, il mondo di Bigaye che descrivo in queste pagine non esiste e non c’è alcun motivo che esista in futuro, proprio come il mondo del Grande Fratello immaginato dal maestro Orwell, e raccontato in modo tanto mirabile nel libro bianco 1984, non esisteva ai suoi tempi, non esiste ai nostri e non ha davvero alcun motivo di esistere in futuro. Dormite tranquilli, brava gente, è tutto assolutamente finto e il resto è sotto controllo.

leggendo non solo la trama ma anche le numerose interviste, ci rendiamo presto conto che non c’è da dormire sonni tranquilli.

Un romanzo distopico che non vedo l’ora di leggere e voi, cosa ne pensate?

Nell’Abistan – un impero cosí vasto da coprire buona parte del mondo – 2084 è una data presente ovunque, stampata nel cervello di ognuno, pronunciata in ogni discorso, impressa sui cartelli commemorativi affissi accanto alle vestigia dello Shar, la Grande Guerra santa contro i makuf, i propagandisti della «Grande Miscredenza».
Nessuno sa a che cosa corrisponda davvero quella data. Qualcuno dice che ha a che fare con l’inizio del conflitto, altri con un suo particolare episodio. Altri ancora che riguardi l’anno di nascita di Abi, il Delegato di Yölah, oppure il giorno in cui Abi fu illuminato dalla luce divina, al compimento del suo cinquantesimo anno di età. In ogni caso, è da allora che l’immenso paese, che era detto semplicemente il «paese dei credenti», fu chiamato Abistan, il mondo in cui ci si sottomette gioiosamente alla volontà di Yölah e del suo rappresentante in terra, il profeta Abi.
La Grande Guerra santa è stata lunga e terribile. Le sue tracce sono religiosamente conservate: edifici sventrati, muri crivellati, interi quartieri sepolti sotto le macerie, enormi crateri trasformati in immondezzai fumanti.
Tuttavia, l’armonia piú totale regna ora nelle terre dell’Abistan. Nessuno dubita delle autorità – gli Onorevoli e gli Adepti della Giusta Fraternità e i membri dell’Apparato – cosí come nessuno dubita che Yölah abbia offerto ad Abi di imprimere un nuovo inizio alla storia dell’umanità. L’abilang, una nuova lingua, ha soppiantato tutte le lingue precedenti, considerate stolti idiomi di non-credenti. Le date, il calendario, l’intera storia passata dell’umanità non hanno ormai piú alcuna importanza e senso nella Nuova Era, e tutto è nella mano di Yölah. Yölah sa le cose, decide del loro significato e istruisce chi vuole. Agli uomini non resta che «morire per vivere felici», come recita il motto dell’esercito abistano.
Perché, però, dubbi e sospetti si insinuano nella mente del trentacinquenne Ati al ritorno a Qodsabad, la capitale dell’impero, dopo anni trascorsi in un sanatorio arroccato su una montagna? Perché nel suo cuore si fa strada la tentazione di attraversare la Frontiera, al di là della quale, si dice, vivano i Rinnegati, i makuf, i propagandisti della Grande Miscredenza capaci di tutto?

Titolo: 2084. La fine del mondo
Titolo originale: 2084. La fin du monde
Autore: Boualem Sansal
Traduttore: Margherita Botto
Editore: Neri Pozza
Collana: Bloom
Pagine: 256
Prezzo: 17,00 cartaceo (E. 14,45 su Amazon) – E. 9,99 ebook
Data di uscita: 28 febbraio 2016

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Boualem Sansal è nato nel 1949 in Algeria e vive a Boumerdès, nei pressi di Algeri. Alto funzionario del ministero dell’Industria algerino fino al 2003 (incarico da cui fu allontanato per i suoi scritti e le sue prese di posizione politica), ha vinto il Prix du premier Roman e il Prix Tropiques1999 con il suo primo romanzo Le serment des barbares, il Grand Prix RTL-Lire 2008 conLe Village de l’Allemand, e il Grand Prix du roman 2015 de l’Académie française con 2084. Nel 2014 è stato nominato per il Premio Nobel per la letteratura.


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