La Giunta Regionale del Lazio ha stabilito le linee guida a cui dovranno fare riferimento i centri per la fecondazione eterologa. Tra queste, trattamento possibile per le donne fino a 43 anni, limite di 3 cicli, ma non è stata ancora stabilita la cifra del ticket. La proposta del governatore Zingaretti: “ Vorremmo elaborare una tariffa unica valida in tutte le regioni”. L’obiettivo è evitare il caos tariffario ed offrire alle coppie la possibilità di avere una tariffa unica tra le regioni a cui fare rifermento.
Anche il Lazio apre le porte alla fecondazione eterologa. Dopo il Friuli Venezia Giulia, anche la Giunta Regionale del Lazio si è riunita, la scorsa settimana, per stabilire le linee guida a cui dovranno fare riferimento i centri pubblici e privati nei quali le coppie in difficoltà potranno rivolgersi per accedere alla fecondazione assistita di tipo eterologo.
Le coppie che sceglieranno un centro sanitario pubblico tra quelli disponibili, dovranno tuttavia rispettare qualche regola in più: infatti, per le donne che si sottoporranno al trattamento per la fecondazione eterologa, il limite massimo sarà di 3 cicli, e non ci si potrà sottoporre al trattamento oltre i 43 anni di età.
Per quanto riguarda i centri abilitati a questo tipo di procedure, ne sono stati scelti in totale 23 rispetto ai 48 iniziali che avevano presentato richiesta; di questi, solo sette sono centri pubblici, mentre tutti gli altri sono privati. Poiché però due centri hanno rinunciato pur essendo risultati in possesso dei requisiti richiesti, in totale i centri in cui sarà possibile sottoporsi all’eterologa in Lazio saranno 21.
Tuttavia, non è stata ancora stabilita la tariffa del ticket in quanto se ne sta ancora discutendo a Roma, presso la sede della Regione Veneto: l’obiettivo, secondo il governatore Nicola Zingaretti è solo quello di evitare che si verifichi una sorta di caos tariffario, proponendo così una tariffa valida per tutte le regioni.