Una giovanissima vita spezzata, una vicenda che a suo tempo (era il 26 Gennaio del 2007) aveva commosso e addolorato l’Italia intera com’è giusto che sia considerando che una ragazza di soli sedici anni, Federica Monteleone, aveva perso la vita in ospedale, a Vibo Valentia, dopo un’agonia di sette lunghissimi giorni in seguito ad un’operazione di appendicectomia. Una vicenda triste quanto paradossale, considerando il fatto che interventi di tale tipologia sono ormai da tempo operazioni di “routine” che, ovviamente, ha portato con sé strascichi giudiziari e ben due “filoni” di indagine al fine di accertare le responsabilità del personale medico e paramedico della struttura ospedaliera di Vibo Valentia.
Nel primo filone processuale, sono state inflitte per otto condanne; nel secondo filone celebrato in questi giorni presso il tribunale monocratico di Vibo Valentia, invece, il giudice monocratico Manuela Gallo, al termine della camera di consiglio ha pronunciato il verdetto di assoluzione per i quattro imputati sui quali pendeva l’accusa di concorso in omicidio colposo della piccola Federica Monteleone. Nello specifico, si trattava dell’ex direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale Filomena Panno (assistita dall’avvocato Antonio Feraco), del chirurgo Benito Gradia (assistito dall’avv. Enzo Gennaro), l’aiuto chirurgo Giovambattista De Iorgi (avv. Enzo Trungadi) e l’infermiere Mario Silvestri (avv. Angelo Spasari).
Nel caso dell’ex direttore amministrativo dell’Asp di Vibo Valentia, si contestava il fatto che fosse consapevole del fatto che la sala operatoria dell’ospedale di Vibo Valentia venisse adoperata, nel frangente dell’intervento chirurgico a Federica Monteleone, “senza il certificato di regolare esecuzione dei lavori e senza i preventivi, doverosi necessari controlli sulla conformità alle norme di sicurezza della stessa sala e del suo impianto elettrico”. Ai due chirurghi invece era contestata la mancata segnalazione all’anestesista dell’inscurimento del sangue della povera Federica Monteleone che ne ha causato, poi, il danno anossico cerebrale e la morte.
Al momento della lettura della sentenza di assoluzione per i quattro imputati, inevitabile moto di rabbia da parte dei familiari della povera Federica Monteleone che non hanno trattenuto le urla di disappunto sottolineando come vi sia stata una sostanziale discrepanza tra l’esito di questo giudizio e quello del primo filone in cui ben sette “protagonisti” di tale drammatica vicenda soni stati condannati anche in via definitiva, sottolineando tramite il loro legale, il profondo disaccordo per la scelta compiuta dalla procura di Vibo Valentia che ha smembrato in due parti (dagli esiti opposti) il processo.
Federica Monteleone, assolti in 4 nel processo bis, 10.0 out of 10 based on 1 rating