“La Diocesi di Terni ha deciso di vendere? Beh, noi abbiamo deciso di comprare. Stiamo studiando solo come fare, ma di sicuro non molleremo”.
A parlare è Federica Porcelli, romana, classe ’86, presidente della Onlus Lugnano 1579 http://www.1579.it/, sorta pochi mesi fa, per tutelare l’ex convento dei cappuccini di Lugnano in Teverina (Terni), circa 1600 abitanti, che la Diocesi ternana ha deciso di dismettere.
L’obiettivo della Onlus è tentare l’acquisto del convento, che, secondo la presidente, è stato messo in vendita a poco più di 3 milioni di euro, a causa di debiti della Diocesi. Non si esclude la formula del crowd funding.
Ma cosa pensate di farne? “Le future destinazioni d’uso – replica – sono già state stabilite. Pensiamo di creare tre poli: uno solidale – casa di accoglienza per bambini e bisognosi; uno culturale – conservazione dei beni del convento, organizzazione di mostre, seminari ed eventi culturali, creazione di una biblioteca nel parco del convento esteso per 7 ettari, fattoria didattica; uno di tutela e valorizzazione del territorio – albergo per vacanze solidali, ristorante a km zero, promozione dell’artigianato locale, utilizzo di energie rinnovabili”.
Qual è la reazione della Diocesi alle vostre richieste? “Abbiamo già incontrato qualcuno di loro. Aspettiamo che ci dica se accettano la nostra proposta. Ma dobbiamo fare presto a raccogliere i soldi. Intanto, il 16 novembre scorso, abbiamo scritto a papa Francesco una lettera, in cui lo invitiamo a condividere il nostro sogno, quello di una Chiesa Universale”.
Nella missiva si legge: “Ci ha molto colpito la Sua considerazione riguardo l’uso dei beni della Chiesa. Lei stesso ha esortato che fossero destinati ai poveri. Noi vogliamo aprire le porte del Convento dei Cappuccini alla solidarietà e all’accoglienza, ampliando il concetto del dominio collettivo, che muove da sempre lo spirito della nostra collettività. Ci permettiamo di rivolgerci a Lei, entusiasti dei passi compiuti finora”.
Se non riuscirete ad acquistarlo? “Siamo disposti a combattere fino all’ultimo – afferma Federica – con la coscienza di essere mossi da una grande energia ed un’enorme motivazione: riappropriarci di ciò che appartiene al nostro territorio”.
Cinzia Ficco
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