Il terzo obiettivo è collegare la diffusione delle fonti rinnovabili con lo sviluppo delle reti. L’energia da fonti rinnovabili dovrà essere gestita da reti “intelligenti” (le cosiddette smart grid): ne sono la dimostrazione i costi di trasmissione e dispacciamento, quadruplicati (!!!!!) dal 2004 al 2012, vuoi per la remunerazione riconosciuta a Terna, vuoi perché le rinnovabili sono discontinue e aumentano gli oneri di bilanciamento del sistema.
Il quarto obiettivo è evitare, come si è detto, ricadute troppo pesanti sulle bollette, tanto più in tempo di crisi: la vicenda Alcoa, pur nella sua peculiarità, non è un caso isolato, e ci impone di ragionare con attenzione sul rischio di una progressiva de-industrializzazione del nostro Paese. Né si deve dimenticare come sulla bolletta pesino anche una serie di riduzioni di costo riservate ai grandi consumatori, quali il servizio di interrompibilità, di riduzione istantanea dei prelievi, l’esenzione dagli oneri di dispacciamento, l’import virtuale: questi costi finiscono per essere pagati da famiglie e imprese.
È quindi urgente "mettere mano" alla bolletta energetica e alle sue componenti. Cosa fare? È importante innanzitutto aprire una discussione su cosa va in bolletta e cosa va in tassazione generale: voci come i regimi tariffari speciali per le ferrovie o altre di natura più generica andrebbero infatti spostate a carico del bilancio dello Stato. In secondo luogo occorre decidere chi paga e chi no in bolletta, individuando le priorità di politica industriale (settori energivori/di base, rilevanti per la competitività di sistema ed esposti a concorrenza internazionale), a cui concedere le agevolazioni.
È necessario ancora chiedere ai produttori di energia rinnovabile di farsi carico degli oneri di bilanciamento del sistema, dotandosi (singolarmente o in forma associata) delle necessarie strutture di accumulo, così da fornire l’energia «piatta», con continuità. Accumuli che, se invece predisposti da Terna o Enel, finirebbero necessariamente in bolletta. Infine occorre spingere sullo sviluppo della generazione distribuita ad alta efficienza, superando il modello di produzione accentrata e i conseguenti costi in infrastrutture. Speriamo che il governo Monti lanci la sfida.