(…) Due ore più tardi, eccovelo di nuovo in sella, il vecchio Alex, che pedalava arcicontento nella luce del primo pomeriggio; una qualità di luce che, per un secondo, gli aveva ricordato certi rari pomeriggi d’agosto un po’ sul tardi, e azzurri e limpidi come dopo una pioggia: i rari giorni di un agosto bolognese che per quell’anno lei non avrebbe visto.
Con la bici, intanto, andava sempre meglio. La sua potenza era aumentata, da quando aveva preso a lanciarsi su per via Codivilla. La prima volta era arrivato a metà salita e il respiro gli si era spento dentro all’improvviso; aveva dovuto scendere, portare la bicicletta a mano fino al cancello: era sera, e sui colli, la sera, faceva buio presto; era marzo, e nel nero delle otto e mezzo di quella sera di marzo si cominciava a sentire il profumo della primavera. (…)