Felici cime

Da Emmagiulia

La lotta strema le coscienze,

il conflitto indebolisce il pensiero,

mi son detta,

quando ho visto un contadino raccogliere

pietrose offese come succosa frutta.

Spalava dalla terra le parole vergognose

di chi sporcava col catrame

i sentieri della felice cima.

La montagna chiama,

la montagna è carne,

mi son detta,

anche se straniere e lontane

percorsi incrociano le genti:

agitate dallo stesso vento

le chiome degli alberi

e i capelli del ragazzotto imberbe.

Svettano ora stanche le cime

martoriate da mostruose escavatrici,

che annegano nel cuore della terra

il buio informe di un tubo di ferro.

Negli occhi del poliziotto

c’è lo stesso spavento della donna

che spalanca il seno all’ingrata violenza.

Allarga le braccia di fronte al figlio.

E, attraverso il filo spinato,

non riconosce di aver innanzi una serpe.

 P.S. la foto è tratta dal web e non ha alcuna attinenza con la poesia, opera di fantasia.