Felici senza Ferrari – Ryunosuke Koike

Creato il 27 agosto 2015 da Serenagobbo @SerenaGobbo

Mi è piaciuto subito l’inizio in cui l’autore dice papale papale quanto guadagna e quanto spende per farci capire che si può vivere anche senza automobile, TV, cellulare e sfizi vari, sottolineando però che quando era studente comprava vestiti e manga a chili. Quando ha iniziato a meditare, racconta, si è accorto che più possedeva, e meno chiari erano i suoi pensieri. Infatti, e se non sbaglio questo è confermato pure dalla recente psicologia, sebbene non ce ne rendiamo conto, il nostro cervello dedica frazioni di secondo a quello che possediamo (non solo oggetti ma anche posizione sociale e, ebbene sì, persone): è un bello spreco di energia, a fine giornata, e ne risente anche la memoria. Da quando vive con pochi oggetti, riesce a riflettere in maniera più chiara e rilassata, e non compra neanche tanti più libri, perché da studente ha letto tantissimo, e ora, nella pace della sua mini abitazione quasi vuota, riesce a tirar fuori quello che ha letto anni e anni prima e a rielaborarlo in maniera personale. Dunque, una regola di base è: buttare via. Cominciando con quello che non usiamo (teoria molto simile a quella di Marie Kondo).

Attenzione però: il libro non è un invito a diventare poveri, bensì a non diventare schiavi del denaro. Si rivolge dunque a chi di soldi ne ha, pochi o tanti, ma ha paura di perderli.

Tutto parte dal desiderio, dallo stimolo sensoriale, e poi continua con la rielaborazione (mai conscia) che ne fa il cervello: vediamo qualcosa e pensiamo di averne bisogno. Se lavoriamo sullo stimolo, interrompiamo la catena di eventi che ci porta ad acquistare cose inutili.

Due consigli però sembrano andare in controtendenza:

  • Il desiderio è meglio non averlo, ma se ormai è arrivato, tanto vale esaudirlo. Mai reprimerlo, perché resterà sottopelle a disturbarci.
  • se dobbiamo acquistare, tanto vale scegliere oggetti di qualità, e non buttarci su quello che costa meno, altrimenti dopo essere usciti dal negozio subentra il rimorso per non aver acquistato l’oggetto migliore. Per esempio: lui, a differenza del giapponese medio, ammette di spendere abbastanza per il cibo, perché acquista in un negozio di prodotti naturali e a km zero; ma perché risparmiare sul cibo, buttandosi sul McDonald, e poi spendere ciò che si è risparmiato per comprare una casa lussuosa? Cosa è più importante, l’apparenza o quello che ci mettiamo nel corpo?

A me è piaciuto.

Fate ordine in ciò che mangiate, in ciò che possedete e nella casa in cui abitate e a ciò unite la concentrazione mentale: solo così sarete felici.



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