Roberto Benigni a Italo Calvino, Dante Ferretti, Tullio Pinelli, fino Donald Sutherland. Insomma una buona carrellata (per restare in tema) di testimonianze che rafforzano e rendono ancora più gustosa l’intervista principale che vede per Protagonista Federico Fellini che, va ricordato, si era in un certo senso auto-intervistato nel suo “Intervista” (anzi, lo definirei un autoritratto dal momento che l’esempio del pittore viene più volte rievocato dal Maestro durante questo “Fellini: Je suis un grand menteur”.
Insomma, questo documentario, del 2002 e della durata di 105 minuti, non ha a mio giudizio grandi pretese, se non quella di mettere nero su bianco il Fellini pensiero. E’ un lavoro onesto e lineare che però alla fine raggiunge il suo scopo: da un lato rinfrescare la memoria sul cinema Felliniano e sulle sue dinamiche per chi già lo conosce, dall’altro incuriosire e aprire un mondo per chi non ha avuto occasione, magari per età anagrafica, di confrontarsi con esso, e non è poco alla fine. Consigliato agli amanti del genere, a quelli del cinema Felliniano e del buon cinema e a quelli che, come dicevo prima, a Fellini ancora non si sono avvicinati e vorrebbero conoscere qualcosa di questo grande artista Italiano.