Femen: la protesta in topless

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

La lotta per i diritti delle donne oramai coinvolge tutto il mondo. Sono tante le donne che manifestano nel web  (chiamiamole “piazze virtuali”) e nelle piazze cittadine, per rivendicare i propri diritti ad ogni minaccia sociale che tenta in ogni modo di cancellarli.

L’Ucraina è una di queste società. A tratti può sembrare l’Italia, alcune volte può sembrare un Paese più difficile perchè le donne hanno meno credibilità e meno  peso sociale. E’ proprio qui che un gruppo di giovani donne fonda l’associazione “Femen” nata per lottare contro la piaga del turismo sessuale e della prostituzione molto diffusa nel Paese e che coinvolge altrettante giovani donne che di fronte a scarse opportunità sociali decidono di vendere il proprio corpo.

E’ qui che certi uomini (sopratutto italiani), approfittano di questa condizione per usare ancora una volta (e anche di più) il corpo delle donne come un mero oggetto di consumo. Le Femen non ci stanno e da qui la ragione della loro protesta che avviene in modo particolare: protestando in topless.

Le attiviste hanno spiegato le ragioni del desabillèe un po’ hippie, spiegando che nel loro Paese le donne non avrebbero altrimenti voce, ragion per cui il seno nudo può essere utilizzato non solo come simbolo di libertà sessuale, ma anche come mezzo per “provocare” facendo scalpore, sopratutto in una società che vive di doppia morale.

Pochi giorni fa le attiviste Femen sono sbarcate a Roma per protestare contro Berlusconi e il Vaticano, due “elementi” che sono causa della posizione subordinata delle donne in Italia. Le attiviste non hanno fatto in tempo a spogliarsi che sono state strattonate dalla polizia (compiendo a loro volta una violenza sulla donna, fatta di codici etici creati dagli uomini per gli uomini), e soltanto in Italia vengono denunciate per violazione della pubblica decenza. Eppure da alcune foto non sfugge la doppia morale dei poliziotti: “sbavano” e arrestano, arrestano e di nuovo “sbavano”, c’è chi addirittura pare si fosse messo in posa con una di loro e un altro adirittura strappa di mano dalla manifestante uno striscione su cui scritto “Freedom for women”, infastidito dal fatto che una di loro chiedesse libertà per le donne. Da questo episodio cogliamo l’occasione per dire la nostra.

Mary : Personalmente non ci vedo nulla di male se questo movimento ha scelto di manifestare in topless per far sentire la propria voce. La nudità può veicolare messaggi diversi dipende dal contesto in cui la si impiega. Tuttavia, non capisco perché quei corpi femminili appaiano sempre giovani e belli e perché il movimento non ha puntato su corpi femminili tutti diversi, e perché no anche “brutti”, visto che in Italia (soprattutto) è molto diffuso il  pregiudizio della bellezza femminile e molto spesso, le donne, passano spesso per le forche caudine soprattutto per un aspetto estetico poco curato. Sono  convinta che vedere anche donne semi-nude non belle avrebbe dato più senso alla protesta e il messaggio sarebbe stato questo “questi sono i nostri veri  corpi, noi siamo libere dalle vostre gabbie sociali e la vostra percezione sui nostri corpi”, sarebbe come dire “prendiamoci i nostri corpi”. Le  manifestanti dello “slut walk” erano belle e brutte e tutte insieme si riprendevano il simbolo della minigonna, riportandolo all’origine: un indumento femminista  nato per protestare contro una società che divide le donne in sante e puttane, tempi ancora tristemente in voga. Comunque, resta il fatto che se uno vede solo le tette sfuggendogli il senso della protesta, come hanno fatto i poliziotti che le hanno fermate e denunciate per “atti osceni in luogo pubblico” allora il  problema è loro e non delle Femen. Il fatto che ciò è accaduto in un Paese dove il corpo femminile viene esposto senza pudore per vendere ogni cosa (con una marea di sostenitori, pronti a chiamarti “bigotta” quando critichi questa continua mercificazione delle donne) allora siamo di fronte ad una libertà apparente della sessualità femminile. Viviamo in un paese pieno di estimatori del corpo femminile nudo e sexy, che protestano perfino contro chi li ha privati delle Veline in tanga a Striscia la Notizia e due ragazze vengono arrestate per aver ostentato due tette. Io credo che bisogna fare una rivoluzione, l’ipocrisia italiana è vergognosa. Eppure gli uomini spesso d’estate girano indisturbati a torso nudo nelle strade come nei cantieri edili, non vedo perchè due seni femminili debbano ancora turbare la pubblica decenza, forse perché “esposti”nell’ambito di una protesta femminile, peggio ancora femminista, nelle vicinanze del Vaticano? Sono certa che se si fosse trattato della manifestazione di “Miss Maglietta Bagnata” o peggio ancora di uno spettacolo di lap dance in qualche noto localino romano, a tutti sarebbe andato bene, eppure abbiamo faticato tanto per conquistare il diritto del topless almeno nelle spiagge, per il resto pare che la nudità femminile sia concessa  solo in alcuni ambiti, riservata al compiacimento del sesso maschile spesso a scopo commerciale, ma anche privato. Ecco perché nonostante tutto, io sto con le Femen.

Fabiana: Penso che in generale l’uso del corpo femminile sia sbagliato, che sia per pubblicità o per prostituzione non cambia. La prostituzione volontaria è un discorso (credo fortemente nella libertà di ogni individuo e quindi nella volontà di fare ciò che meglio crede della propria vita e del proprio corpo) e lo sfruttamento della prostituzione è un altro discorso assai più dannoso e assai più complesso! Una protesta come quella delle “Femen” sarebbe stata più efficace negli anni’70 quando le lotte femministe si basavano anche sulla liberazione dei corpi. Oggi come oggi i corpi si sono liberati; in APPARENZA. In realtà la continua nudità femminile di cui siamo bombardati 24h su 24 non è una vera libertà ma più che altro compiacimento maschile e -appunto- uso e utilizzo del corpo delle donne per qualsiasi genere di cosa : dalla pubblicità alla propaganda politica! Quindi una protesta come questa in Italia forse sarebbe necessaria ,ma sarebbe necessaria anche con donne più adulte e meno in forma di quelle viste nelle foto, e forse no perchè assolutamente veicolata e non capita dalla mentalità tipica italiana! Come spesso abbiamo detto in questo blog il nostro Paese potremmo benissimo definirlo il “Paese del burqa nudista” : spoglia le donne per farle credere libere ma in realtà è solo per altri fini (compiacimento maschile e utilizzo vario). Se invece la nudità nasce dalla spontanea volontà di una donna, le varie etichette troia o puttana sono assicurate! Infatti potremmo fare un velocissimo esempio per capire questo concetto: ai sexy car wash ci sono ragazze mezze nude con vestiti bagnati che inscenano mosse abbastanza erotiche ma nessuno mai si sognerebbe di denunciarle per atti osceni o atti indecorosi in luoghi pubblici (e spesso con moltissimi minori ad osservare lo spettacolo) invece le “Femen”sono state prima trascinate in caserma dai poliziotti e poi si saranno beccate certamente una bella denuncia. Come mai tutto ciò? Forse le “Femen” hanno ragione ad aver ideato una protesta simile!? A questa domanda forse, nessuno sa rispondere con certezza, ma una cosa invece è certa: il nostro paese socialmente è paragonabile ai paesi sottosviluppati quindi ogni manifestazione o protesta SERVE, qualsiasi cosa preveda.

Giulia: Le tre ragazze di Femen hanno protestato una settimana fa anche a Parigi; travestite da cameriere sexy in guepiere e calze a rete hanno ripulito dalla merda (così hanno dichiarato) il portone di casa di Dominique Strauss Kahn nel cuore della città, a Place des Voges. Quel Strauss Kahn accusato di stupro e tentativo di stupro che non è stato considerato colpevole per assenza di prove, in un caso, e per prescrizione di reato, nell’ altro. Le ragazze ucraine, pur essendosi denudate anche qui,  non sono state denunciate. I giornali che hanno riportato le foto di questa dimostrazione di dissenso ne hanno spiegato il senso a partire dal titolo, pur approfittando dell’occasione per mettere una galleria di foto di ostentate nudità; ma hanno anche scritto che si trattava di una messa in scena dall’intento politico attuata da attiviste femministe. Rispetto all’accaduto in Italia, anzi, nel territorio del Vaticano, penso che la differenza stia nel contesto. L’Italia è la patria dei moralismi, dove la nudità desta scalpore e poi il corpo nudo di una donna è però visibile ovunque, strumentalizzato e mercificato, conteso, maltrattato,  discusso fino all’esasperazione. Il video che mostra come l’attivista sia stata fermata dalla polizia  rischia di far ridere. In 20 a circondarla per far sì che il suo corpo non destasse scalpore o imbarazzo? E pensare che le chiese, gli affreschi, i dipinti, le pale d’altare, sono piene di corpi nudi….alcuni grondano sangue, altri sono eterei. Cosa c’è di vergognoso in un corpo che vuole farsi portatore di un messaggio? Quale la differenza fra queste carni egualmente esposte?La denuncia è ridicola e inspiegabile. Si trattava semplicemente di un gesto di protesta da valutare nel suo intento e nella sua voluta teatralità, senza ipocrisie. Anche io, in questo momento politico in cui si parla e si mostra maniacalmente il corpo delle donne, preferirei pensare ad un altro modo di manifestare contro lo strapotere e l’invadenza della Chiesa sulla gestione dei  nostri corpi  o contro il sessismo di una società incattivita e incolta. Ma resto comunque assolutamente favorevole all’uso del corpo per attuare pratiche di attivismo politico che ci permettano di riappropriarcene e di difenderlo. Le nostre azioni verranno sempre strumentalizzate o raccontate in modo distorto, ma questo non deve limitare la nostra volontà di far sentire la nostra voce. A ciascun* di noi la libertà di scegliere il come!

Giovanna: Ammiro il loro coraggio del movimento “Femen” ma nel momento in cui si usa proprio il corpo femminile per protestare contro l’uso e l’abuso del corpo della donna, secondo me ci si mette sullo stesso piano di quelli contro cui si sta combattendo e si rischia comunque la
strumentalizzazione
. Inoltre si conferma che l’unico metodo efficace che una donna può utilizzare per farsi notare, nel “male” così come nel ”bene”, è
sempre quello di spogliarsi e usare il proprio corpo. Vorrei invece una rivoluzione culturale che non strumentalizzasse il corpo della donna ma  riuscisse nell’ intento con strategie veramente nuove!

Ecco il video:

Voi che ne pensate?

Mary



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