Nelle intenzioni “Femmine contro Maschi” poteva essere un’idea geniale per esplorare l’universo della coppia nella società contemporanea. Contrasti e affinità tra uomo e donna sondati con occhio critico e intelligente. Ed invece il film di Fausto Brizzi si riduce alla più scialba delle commedie all’italiana dove tutto diventa una macchietta e alla fine nulla di importante rimane allo spettatore. Nemmeno il gusto di essersi divertito con qualche battuta ad effetto di una sana comicità che qui latita e fa rimpiangere persino i vecchi film dei fratelli Vanzina.
Dunque, il rapporto di coppia nei meccanismi della modernità è andato in crisi: maschi che non vogliono crescere e si trovano ad essere “bamboccioni” anche oltre trent’anni; si divertono ancora a collezionare figurine di calciatori, soldatini di piombo e l’unica passione vera sembra essere la musica “vintage” dei Beatles e di convesso fidanzate tronfie di semplicistico intellettualismo che non si capacitano dell’incapacità ad amare, a relazionarsi del proprio partner. Giovani rampanti, profeti del nuovo modello lavorativo, dove aggressività e ingegno, creatività e spregiudicatezza sembrano essere modelli predominanti per andare avanti e realizzare l’immaginaria coppia perfetta con l’eccezione che dentro le mura di casa tutto scoppia e i fraintendimenti sono all’ordine del giorno. Attempati professionisti, realizzati nel lavoro e distratti negli affetti dove la famiglia è inesistente nonostante la prole e la separazione è vista come un male necessario in cui l’uomo trova rinvigorimento nella giovane amante e la donna nell’essere mantenuta attraverso gioielli, vestiti e nuovi amori. Vivono la grande bugia della realtà familiare del nostro paese dove tutto sembra essere forzatamente perfetto. E poi il classico maschio italiano tutto calcio, donne e bevute con gli amici, un po’ razzista e gran ”scopatore” con l’amante e la classica mogliettina italiana amante della musica classica e della letteratura francese, sognatrice intenta nel recuperare i giorni felici dei primi momenti quando tutto sembrava procedere a gonfie vele e vedeva il proprio partner come l’uomo ideale. Quattro dinamiche di relazione di coppia da indagare nel profondo del malessere che spinge verso il basso e fa saltare il tradizionale schema della famiglia italiana e che invece sembrano solo pretesti per la battutaccia, per la situazione comica che non decolla.
Donne manipolatrici e inacidite, uomini pigri e mammoni, bambine col grembiulino rosa e maschietti col grembiulino azzurro. Ma non basta. Il livello della comicità sul piatto si assesta su gag quali Solfrizzi che per guardare una ragazzina in shorts sbatte contro un palo o Ficarra e Picone che fanno ingelosire sulla spiaggia la fidanzata sbagliata. Proprio ciò di cui il cinema italiano attualmente non ha bisogno visto come viene superato dalla realtà. Un film deludente, banale e scontato nella sua indagine sociologica in cui la lotta tra uomini e donne si risolve in gag di quart’ordine con coppie litigarelle, battibecchi, guerra dei sessi dove i buoni sono maschietti infantili ed egoisti e le femmine petulanti, rompiscatole o addirittura spregevoli. Alla fine ciò che resta sembra essere la morale che un qualsiasi uomo ad una qualsiasi donna può andare bene purché ci sia complicità; di cosa poi è tutto ancora da scoprire.