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Femminicidio: Approvato il decreto legge in difesa delle donne

Da Monica7775 @modaestyleit

Femminicidio Il governo ce l’ha fatta. Ieri il Consiglio dei Ministri ha (finalmente) approvato il decreto che contiene le nuove norme (12 in totale) di contrasto al femminicidio. Troppe donne oggi muoiono a causa delle violenze perpetrate da uomini deboli, la cui voce è l’aggressività e la violenza. Per anni abbiamo atteso un provvedimento legislativo a tutela e prevenzione, quando possibile, di situazioni di grave pericolo per le donne. Nel frattempo, però, molte donne sono morte, troppe. E le ricordiamo con il massimo rispetto, ed è a loro che dedichiamo questo articolo.

Stalking e querela irrevocabile
Prevenire violenza di genere, punirla in modo certo e proteggere le vittime. Tra le misure approvate nel decreto: l’aumento di un terzo della pena se alla violenza assiste un minore, la cosiddetta violenza assistita. Inasprimento della pena è previsto anche se il delitto di violenza sessuale è consumato ai danni di donne in stato di gravidanza o se il fatto è consumato ai danni del coniuge, anche divorziato o separato, o dal partner. Poi provvedimenti contro il cyberbullismo. Ma soprattutto l’arresto obbligatorio in flagranza per delitti di maltrattamento familiare e stalking. È infatti questo uno dei punti importanti del decreto sul femminicidio. Alle forze di polizia viene data facoltà di buttare fuori di casa il coniuge violento, se c’è un rischio per l’integrità fisica della donna. Ed è stato stabilito un permesso di soggiorno per motivi umanitari a quei soggetti che subiscono violenze e che siano stranieri. Altro cardine del decreto è la querela irrevocabile, ossia una volta che è stata presentata denuncia, questa diventa irrevocabile in modo da sottrarre la vittima dal rischio di una nuova intimidazione allo scopo di farla desistere. Un provvedimento definito importante, perché in passato spesso le donne per difendere i figli rinunciavano alla denuncia. Infine si è provveduto a varare un nuovo piano straordinario di protezione delle vittime di violenza sessuale e di genere che prevede azioni di intervento multidisciplinari, a carattere trasversale, per prevenire il fenomeno, potenziare i centri antiviolenza e i servizi di assistenza, formare gli operatori.

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Anonimato e patrocinio gratuito
I provvedimenti presi riguardano anche l’iter processuale. Ai processi per femminicidio viene infatti data corsia preferenziale ed è stato introdotto gratuito patrocinio per le vittime di violenza, a prescindere dal reddito. In passato la vittima non sapeva che fine facesse il processo a carico del colpevole. Ora deve essere continuamente informata sull’iter del processo. Inoltre, quando a un processo di questo tipo è prevista la testimonianza di un minorenne o un maggiorenne vulnerabile, questa persona sarà protetta.
Da oggi, chi sente o sa di una violenza in corso, può telefonare alla polizia e fornire il suo nome sapendo che lo Stato garantisce l’anonimato.

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I numeri delle morti “rosa”
E ora veniamo ai numeri di queste tragedie. Secondi i dati diffusi dall’Oms una donna viene uccisa ogni 2 giorni e mezzo, per un totale di 65 vittime nei primi 6 mesi del 2013.
La violenza sulle donne è anche un problema economico. I costi diretti e indiretti delle violenze sulle donne nel nostro Paese ammontano a 2,4 miliardi di euro. Si stima, inoltre, che 6.743.000 donne, tra i 16 e i 70 anni, siano vittime di abusi fisici o sessuali e circa 1 milione abbia subito stupri o tentati stupri. Luogo della violenza è spesso la coppia o la famiglia. Il 33,9% delle donne ha subito violenza dal proprio compagno e il 24% di quante l’hanno subita da un conoscente o da un estraneo non ne parla. Il 14,3% delle donne è stata vittima di atti di violenza da parte del partner, ma solo il 7% lo ha denunciato. Altrettanto allarmante il dato secondo cui il 33,9% di coloro che subiscono violenza per mano del proprio compagno, e il 24% di coloro che l’hanno subita da parte di un conoscente o di un estraneo, non parla con nessuno dell’accaduto. La violenza domestica, inoltre, è la seconda causa di morte per le donne in gravidanza. Tutto questo perché, forse, si finisce con l’amare troppo i propri compagni. Un argomento, questo, che affronteremo tra qualche giorno.

FONTE: Corriere.it


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