Femministe? No, solo donne viziate che non sanno cosa vogliono

Creato il 07 agosto 2011 da Controcornice

E’ una legge matematica quella che regola i cambiamenti. Ad ogni tentativo di modificare una situazione che non ci sta bene, si opporrà un tentativo altrettanto forte, se non di più, di mantenere la situazione immutata.  Perché i cambiamenti non sono graditi a tutti, specialmente a chi, in quello stato, ne ha un vantaggio.  Per questo, leggere un articolo come quello del sito bastabugie.it non mi ha smosso più di tanto.

Non ricordo una scelta, un po’ controcorrente, fatta nella mia vita, che non abbia trovato opposizione. La realizzazione  e messa in atto di un desiderio dipende dalla determinazione e convinzione nel perseguire il nostro obiettivo e non farci coinvolgere dalle opposizioni. Fin qui niente di nuovo!

Sto seguendo con attenzione il fermento nel web e mi sembrava strano di non aver colto nessuna opposizione. Per fortuna una l’ho trovata. Ora mi sento più tranquilla: so che sto andando nella giusta direzione! Che tutte noi stiamo andando nella giusta direzione!

Costanza Miriano (che non conosco) condivide delle riflessioni sull’evento di Siena organizzato dal comitato  Se non ora quando, il cui resoconto definisce come “una lunghissima supercazzola”.

“Includere, fare rete, organizzarsi, ognuna di noi cerca le altre, per costruire insieme il suo se non ora, quando? Adesso!
Ma adesso che? Che vogliono le donne, insomma?
Vogliamo l'uguaglianza nella differenza, dice la Marzano. Qualcuno mi può cortesemente fare un esempio? C'è una che dice: "io voglio essere avvocato, e anche mamma". Ora, io capisco la necessità di semplificare e sintetizzare per bucare lo schermo, è anche il mio lavoro, lo so. Ma una proposta concreta io, da casa, non l'ho sentita. Neanche mezza. Idee per permettere a una lavoratrice di fare la mamma non ne ho sentite; solo mamme che vogliono invece lavorare, mi sembra.
Non ho sentito qualcuna che invitasse, per esempio, a pretendere una legge che costringa tutte le aziende a dare il part-time, obbligatoriamente, a una mamma che lo chiede. Non ho sentito chiedere aspettative retribuite, per dirne un'altra. La possibilità di stare a casa adesso e di rimanere al lavoro più a lungo visto che una donna a sessanta anni di solito è nel fiore delle capacità, soprattutto se non fa un lavoro fisico. Insomma, strumenti che consentano alle mamme di seguire i figli senza perdere completamente i contatti col mondo del lavoro, e senza essere costrette a vendere una cornea per mantenersi.
Infatti quelle donne non rappresentano i veri problemi delle vere donne del vero Paese, di donne che quando lavorano si pongono il problema di come seguire i figli, piuttosto che di come fare carriera. La vita di una donna ha fasi diverse, molto più che quella di un uomo, non c'è femminismo che tenga. La donna si fa carico, non perché sia una vittima del sistema, ma perché è così, le piace, le viene naturale e lo fa bene”.

E ancora scrive: “In pratica, se ho ben capito, le donne si lamentano di non essere uomini.”

E poi ancora:” Non si può essere madri presenti e professioniste ai vertici assoluti nazionali. Non è possibile, e non è colpa di nessuno. È colpa di quella bizzarra e stravagante cosa chiamata realtà.”

E infine: “Pochissime ma super rappresentate. Forse perché quasi tutti i giornali stanno dalla parte di quelle battaglie: contro la famiglia, sessi indifferenziati, tutti al lavoro allo stesso modo, sempre meno figli e sempre più delegati ad altri. Uomini senza famiglie, sempre più soli, liberi da condizionamenti, autodeterminati. Questa storia l'ho già sentita. È la solita vecchia ribellione al fatto di avere limiti, di essere creature. Non mi pare che abbia mai portato un gran bene all'uomo. Per cui direi: se non ora, quando? Mai, possibilmente”

 Non so che idea abbia lei e onestamente non mi interessa. Ognuno è libero di pensarla come vuole. Ma come lei, anche io sono stufa di quelli che cercano di ridurre a lamentele di donne capricciose e viziate questo genere di iniziative. Oppure di trasformare in streghe arrabbiate quelle che lavorano per modificare in primis la mentalità, senza cui, i cambi legislativi di cui si fa menzione nell’articolo sarebbero sistematicamente boicottati (si consideri come è stata raggirata la legge sulle quote rosa in politica).

Essere donna non deve significare sempre rinuncia e sacrificio di se stesse: probabilmente a lei manca quella consapevolezza, che molte di quelle che critica hanno raggiunto. Ma la vita è sua è può viverla come crede. Noi crediamo che serva un cambiamento. Fa paura? Stia tranquilla: è normale.

L’articolo integrale lo potete leggere all’indirizzo: http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=1849

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