Da sempre la possibilità o meno di assecondare la fame, massima espressione della corporeità, ha scisso in due gruppi l'umanità, i ricchi e i poveri, ma in quella parte del mondo in cui mangiare pare ormai scontato, oggi col cibo si gioca.
Il proliferare di chef in studi televisivi e cambuse da far invidia a quelle delle navi da crociera, sono la tendenza degli ultimi anni. Un'influenza che piano piano è uscita dai canali web e tv per entrare nella vita di tutti noi che più o meno consapevolmente abbiamo scelto di farci contagiare.
Gli chef sono divenuti i nuovi sex symbol, la creatività l'ingrediente indispensabile per un piatto di qualità, le stelle Michelin l'abito del gusto e i ristoranti luoghi di venerazione. In questo vortice il consumo del cibo non è più la naturale risposta alla fame, ma un vero e proprio stile di vita, così come la moda ha trasformato il bisogno di coprire il corpo nel vestirsi con stile. E come nella moda, dietro a grandi nomi e esperienze di successo, ci sono sempre personalità creative tenute in ombra, così anche anche nella cucina spesso a supporto della follia degli executive compaiono chef provetti pronti a spiccare il volo dell'alta cucina.
Dimitar Damyanov è un esempio calzante di quanto detto. Oggi al timone di una delle cucine più raffinate della Bulgaria, quella dell' Este di Sofia, ha acquisito ispirazioni e contaminazioni lavorando nei migliori ristoranti al mondo, tra cui il pluripremiato Noma di Copenaghen e il Savoy Grill di Londra, affiancando chef del calibro di Gordon Ramsay.
Dimitar ha scelto una metropoli in forte ascesa per venire alla luce con la sua abilità culinaria e una location da favola in cui arredi e finiture eleganti e sfarzosi si intonano a piatti eseguiti e presentati in maniera per niente convenzionale.