Non mi ritrovo completamente con quanto sostiene il pur bravo professore. A mio modo di vedere, infatti, Grasso manca di notare che se da un lato la perfetta padronanza dell’inglese è stato un elemento importante nella fortuna giornalistica italica di questo conduttore, la scarsa conoscenza dell’italiano è stata una sua sorta di spada di Damocle. Da persona che ha trascorso venti anni della sua vita all’estero, so bene con quale velocità si perda il perfetto utilizzo della propria lingua-madre e posso garantire che questo non è solo un processo traumatico ma anche piuttosto doloroso. Il perfetto mastering della lingua del tuo pubblico – specialmente quando quel pubblico è quello italico-average, dunque un pubblico fondamentalmente nazional-popolare e restìo a dar la sua fiducia ad uno straniero, per quanto ben preparato – è invece una sorta di conditio-sine-qua-non per diventare giornalisti-conduttori di successo e per conquistare il telespettatore.
Alessio Vinci, bisogna scriverlo, questo risultato non è mai riuscito a conseguirlo. Per i limiti “linguistici” testé indicati, ma anche per una sorta di ostracismo messo in atto, a mio avviso, nei suoi confronti dalla casta-giornalistica-italica che – al tempo in cui Mentana lasciò il tg5 – fece quadrato intorno al primo conduttore di Matrix, di fatto relegando il nuovo venuto in una ideale e subalterna posizione di eterna “brillante promessa”. Eterna posizione di “brillante promessa” che è innegabilmente meglio della parte normalmente spettante al giornalista-medio italico, il quale vive una intera esistenza segnato dall’infame marchio di “solito stronzo”, ma che comunque non aiuta.
Il problema, infatti, è che il salto verso l’agognato status di “venerato maestro”, nell’Italia-giornalistica più che altrove, continua ad essere conseguenza di cose-minime. Per intenderci, c’è padrone e padrone! C’é editore e editore! Ci sono amici e amici! Ci sono convenienze e accordi-possibili! In conclusione, se da un lato Aldo Grasso ha sicuramente ragione nel tentare di “dare la sveglia” al conduttore Vinci, in maniera anche piuttosto decisa, dall’altro, qualora il termine di paragone implicito nel discorso fosse un giornalista-nostrano forte, autorevole, ammaliante, credibile, knowledgeable, capace, dalla schiena-diritta, poco votato al leccaculismo… be’… basta leggere un qualunque ispirato-editoriale per capire che anche il suo paradigma critico difetta. Detto altrimenti, meglio sarebbe tentare nuova chiamata nelle scuole lussemburghesi: due volte di seguito non possono fallire! International phone code +352.
Featured image, selezione di giornali americani dal 1885 con ritratto degli editori, fonte Wikipedia!