Fenomenologia serio faceta dell'Homus Romanaro. Avete qualche casistica da aggiungere?

Creato il 16 ottobre 2015 da Romafaschifo

Salve, mi chiamo Erik, seguo da tempo il blog e, essendo un esperto in antropologia urbana, volevo condividere delle mie recenti analisi sull'Homus Romanaro (Erik è anche autore della fenomenologia dei commentatori di Roma fa Schifo, da non perdere qui).

Come forse saprete, la nostra specie è spesso colpevole di utilizzare, a livello prevalentemente subconscio, un sistema di difesa psicologico chiamato “razionalizzazione”: confrontati con un'accusa o una verità scomoda, che mette in questione la nostra persona e le nostre azioni, siamo soliti creare complessi sistemi di giustificazioni volti a difendere questo nostro comportamento e sopprimere la necessità di cambiamento. Le razionalizzazioni sono tipiche, ad esempio, di quei individui che hanno dipendenze: tanti sono i casi di alcolizzati che, se confrontati, affermano di averne bisogno “per riscaldarsi” in inverno, “per digerire” e così via; o dei tanti tabagisti che ti menzionano il parente che gode, anche se passati i 100 anni, di ottima salute fumando più pacchetti al dì; o dei vari tossicodipendenti che affermano di farlo “per noia”, o “per il sapore”.
Tornando all'Homus Romanaro, condivido la lista delle tipiche razionalizzazioni che ho riscontrato nei vari commentatori romanari:

L'onnipresente “ma a roma nun ce so' parcheggi!”* (quindi posso parcheggiare in tripla fila, sul marciapiede o sopra alla sedie a rotelle del disabile che sta portando a spasso la figlia con passeggino). Semplice ed ovvia razionalizzazione: per giustificare il suo parcheggio criminale, purtroppo tollerato e incoraggiato dall'assenza di controlli, l'Homus Romanaro inveisce contro un'ipotetica mancanza di parcheggi. Quando gli viene fatto notare che i parcheggi ci sono, ma si trovano ad una distanza che implichi utilizzare la forza motrice del proprio corpo per un tempo maggiore al minuto e mezzo, ripete il motto “a Roma nun ce so' parcheggi” con più vemenza, nella speranza di consumare quelle calorie che risparmia con i suoi parcheggi innovativi. E' allo stesso modo inutile fargli notare che sarà sempre vero che “a Roma nun ce so' parcheggi”, poiché se aumentassero i parcheggi più gente prenderebbe/comprerebbe ulteriori maghine, ristabilendo la presunta e ipotetica scarsità di parcheggi, ma peggiorando ulteriormente il traffico romano.

Il negazionista “ma a roma i mezzi nun funzioneno!” (quindi prendo la maghena anche per fare la spesa sotto casa, per portare mio figlio 34enne all'università, o per andare a comprare una seconda maghena nel caso la prima maghena non funzioni; e qualunque cosa contrasti l'uso della maghena, aiutando i mezzi che nun funzioneno a funzionare, è un affronto alla mia persona/maghena). Razionalizzazione alquanto complessa, poiché implica la rimozione visiva dei tanti mezzi che non funzioneno pieni (tram e autobus; nella metro non s'addentra) che l'Homus Romanaro incontra durante le tante ore passate nella maghena, o del ricordo del raddoppiamento delle ore che passa nel traffico quando c'è uno sciopero dei mezzi che non funzioneno. L'esistenza di gente che si muove con i mezzi per lui/lei è impossibile, ed è solito razionalizzare tirando fuori quella storia di quando ha provato a prendere i mezzi che non funzioneno, ma ha dovuto aspettare 4 ore la metro o l'autobus, visto che non funzionaveno, o cercherà di farti notare che nel caso specifico e raro del parente disabile, che deve portare con se attrezzatura astrospaziale per lavoro, il mezzo privato è necessario. Tipico meccanismo della razionalizzazione: usare l'eccezione per giustificare il tutto; con lo stesso ragionamento, bucare una volta con la macchina o perdere ore nel traffico per un incidente, dovrebbe giustificare l'abbandono totale della... maghena.

L'anticiclista “ma Roma nun è una citta da bici!” (quindi mi indigno ogni volta che si parla di piste ciclabili, critico il comportamento dei pochi ciclisti che cercano di destreggiarsi nell'inciviltà romana, e mi oppongo a qualunque cosa possa rendere Roma una città da bici). Questa razionalizzazione ha radici profonde, che iniziano precisamente nella 3a elementare, quando l'Homus Romanaro è costretto ad imparare a memoria i nomi dei 7 colli, che scorderà subito in 4a elementare, ma che rimarranno comunque impressi nel subconscio come incancellabile barriera urbanistico-orografica della città. Fargli notare che Roma non è la sola città con dislivelli è inutile (li inviterei ad andare a Parigi o magari a Dublino e farsi la salita da O'Connel street a Phibsborough in un fiato, come facevo io ogni giorno, poi ne parliamo!), lui/lei continuerà, aiutandosi con Wikipedia, a nominarti i suoi amati 7 colli. Prendere la bici, che ha spesso una velocità urbana effettiva più alta della maghena del romanaro, è quindi un insulto a queste sacre alture.

L'ormai confuso “ma è corpa de Marino!!”. Per lui la città era in mano ad un tiranno che, in due anni, l'aveva gettata nel anarchia più totale, rendendola un luogo dove I normali giudizi morali non potevano essere applicati. Dopo aver festeggiato le dimissioni del sindaco suonando il clacson e derapando contromano a piazza Venezia per 2 ore e mezza, è stato assalito dal vuoto esistenziale dato dalla ricomparsa di qualche principio morale. E' ora uno dei maggiori esponenti del gruppo di cittadini che richiede il ritiro delle dimissioni.

Il razionalizzatore jolly “ma i politichi rubeno!!”. Valida per giustificare qualunque comportamento, dalla sosta selvaggia alla vita malavitosa (vedi i Casamonica o i commenti della moglie del rapinatore recentemente ucciso per legittima difesa nel napoletano): è un utilissimo jolly per l'Homus Romanaro che non ha un altra razionalizzazione più specifica pronta al momento. Attenzione, i tentativi di fargli notare l'ovvia fallacia logica di tale ragionamento citando famosi filosofi della Antica Grecia, e menzionando i grandi testi dell'etica dell'epoca, può portare il soggetto a rispondere con un “aho ma quelli erano tutti frogi!”. Siamo quindi di fronte ad un complesso fenomeno psicologico che ha radici profonde e tanaci nella mente dell'Homus Romanaro. 

Sarei felice di aver descritto delle semplici e divertenti curiosità cliniche, ma vorrei ricordare che i soggetti descritti sono purtroppo dei convinti elettori che esigono dei rappresentanti che condividano le loro posizioni psicotiche, o che perlomeno gli consentano di continuare ad utilizzare la razionalizzazione jolly. Uso forse un romano un po' forzato per esigenze comiche, ma questo non vuol dire che mi riferisco ad un gruppo sociale in particolare: l'Homus Romanaro non ha classe sociale specifica, può essere un coatto di borgata come un pariolino o un altezzoso indigeno della Balduina e così via. Purtroppo.