È fantastico come i media siano convinti che il più delle prossime evoluzioni della politica italiana sia segnato. Io ho le idee ancora molto confuse. O meglio, le mie idee sono chiare ma le incertezze fattuali sono ancora numerosissime.
venerdì 23 novembre, immagini dall'incontro con De Lucia diFermare il Declino a Parma
Secondo. Che fa Monti? Non siamo più all’atarassia verso l’ipotesi di succedere a se stesso. Ormai si sprecano gli ammiccamenti alla prosecuzione del mandato, se le circostanze dovessero consentirlo. Il premier si è lasciato sfuggire la disponibilità a una patrimoniale aggiuntiva al fisco da rapina attuale, tanto per non complicarsi la vita domani, con un Pd che giunga sino a Vendola e diventi perno di maggioranza politica. In un viaggio estero è arrivato a dire che tanto vale comprare asset italiani finché al governo c’è lui, perché un domani chissà. Dichiarazione sgradevole, “non” da Monti. O meglio, di un Monti che prova a cimentarsi col teatrino della politica, incespicando. Ha dovuto correggersi, ovviamente, come sulla patrimoniale. Ma il segnale di disponibilità a restare c’è eccome. Obama e Merkel già gliel’han detto, che deve restare. Il problema è spiegarlo agli italiani.
Terzo. Cosa farà il Pd ormai è chiaro. Con le primarie catalizza l’attenzione, con Renzi sul versante più moderato rispetto al ceppo storico, che resta tutelato appieno dal segretario (è lui ad aver stretto l’alleanza con Vendola e Sel). In Lombardia con Ambrosoli si aggiunge un bell’innesto di società civile, più l’alleanza con l’Udc modello Crocetta, in via di replica a livello nazionale. Ma cosa avviene a destra, a un anno di distanza dalla caduta di Berlusconi, è un’incognita. Non c’è un gruppo dirigente che sia stato capace di atti di autonomia credibili, rivolti verso il futuro e dunque basati su una sana autocritica e discontinuità. Berlusconi continua a picconare un giorno Monti e l’altro Alfano, per smentire l’indomani lasciando a tutti l’impressione che gli serva solo per tirar fuori all’ultimo secondo una sua nuova lista di guerrieri fidelizzati personalmente e votati alla difesa di una periclitante azienda, i paladini della parabola rotonda. Vedremo quanto pesante sarà il bastone degli elettori.
Quarto: e la società civile? Montezemolo, Cisl, Acli e Sant’Egidio hanno tenuto la loro convention. Montezemolo nei contenuti ha fatto un buon discorso: dismissioni pubbliche, la patrimoniale la paghi lo Stato come da anni ripeto anch’io, concorrenza, merito. Ora si tratta di capire tre cose: se crederanno di essere autosufficienti; se si estenderanno con una logica “proprietaria” (e in entrambi i casi non è un match che possa agevolmente riaprirsi per Fermareildeclino di cui sono fondatore); oppure se si riapre un processo di confronto, basato su alcuni punti chiari di programma. Lo scoglio del Monti bis, da loro indicato come pregiudiziale, semplicemente non esiste: se si facessero le cose di cui ha parlato Montezemolo e di cui parliamo noi, è ovvio che l’agenda del Monti bis sarebbe ben diversa da quella del Monti attuale.
Considerazione amara e finale.
La società civile vede oggi crescere due tentazioni. Innanzitutto la giusta invocazione del tutti a casa, con sempre più evidenti toni settari e da mozzorecchi. La politica se l’è voluta. Secondo, anche nella società civile abbondano i primadonnismi, al cui confronto i politici appaiono consumati miscelatori di composizione psicologica (nel Pd sono riusciti a correre alle primarie contenendosi fin troppo per non compromettere il risultato congiunto). Anche in Fermareildeclino c’è chi chiede il micropartitino come vera urgenza, e se sono contrario è perché non siamo nati per creare una microformazione identitaria ma per contaminare idee. I due rischi non mi piacciono. Se constatassi che per le mie idee non c’è declinazione diversa dal mozzorecchismo, in quello eccelle Grillo. E se poi si viene considerati anche dai grandi registi della società civile come incontrollabili perché senza padrone, allora per me è identica la conclusione. Io resto a casa, e non muore nessuno perché nessuno è indispensabile, figuriamoci poi chi qui scrive.
Oscar Giannino
Da Tempi del 23/11/2012 http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane