Un momento non è uno qualsiasi degli istanti che, tutti quanti, in successione, prima uno poi l'altro, compongono il nostro tempo, ogni ora e ogni anno della nostra vita. Il momento è invece questo: prendere una direzione e poi fermarsi, improvvisamente, senza una spiegazione plausibile o, almeno, apparente. Fermarsi e tornare indietro, andare esattamente dall'altra parte, addirittura, di punto in bianco. Il momento è quando l'orologio si rompe e le lancette restano inchiodate su un quadrante bianco alle 10 e 29, fisse a quell'ora per un tempo indefinibile quanto l'eternità. Il momento è fissità, per noi mortali, e non movimento. E dato che siamo umani, non possiamo evitare di chiederci, pur sapendo in partenza di non avere risposte, cosa passerà per la testa a chi cambia idea tanto repentinamente, perché lo fa, che cosa ha visto.
E' perfettamente inutile farsi questo genere di domande. Il bambino ha preso la strada in discesa ma poi, senza preavviso, è tornato sui suoi passi, ha ripercorso la stessa via di prima e che ora è una salita, se prima il mare era alla sua destra adesso lo accompagna per la mano sinistra, ha oltrepassato il punto da cui era partito, la soglia di casa, ed è andato a sedersi sui gradini di una scala di un'abitazione vicina. Siamo su un'isola e il mare è proprio di fronte agli occhi e così, dalla sua posizione leggermente sopraelevata, il piccolo si mette a guardare, non a contemplare, questa distesa azzurra che non è né infinita e né minimamente poetica, ma è semplicemente acqua salata delimitata ai lati dalla terra e, in fondo, laggiù, dal cielo. Guarda il mare a lungo, senza dire niente, il bambino. Se fosse più grande e se, soprattutto, io fumassi, gli offrirei una sigaretta: assomiglia a un uomo d'altri tempi questa piccola creatura che non ha ancora due anni. Sembra appartenere a un tempo che non è il passato, ma una dimensione che nemmeno lui conosce e che adesso forse intravede, proprio nell'azzurro davanti a sé con cui si è riempito gli occhi. E' un orologio fermo senza spiegazione in una mattina di luglio, il mio bambino. E la mia occasione, colta al volo, per starlo a guardare ed essere felice.