Ferragosto. E dunque?

Da Maurizio Lorenzi

Feste, festività. Estate che pulsa. Caldo che bussa. Nessuno direbbe “avanti” ma nessuno può permettersi di non aprire. A nulla servirebbe lasciare fuori la calura che già attende alle spalle. Oltre i muri.

Gioco perverso. Gioco che sprizza raggi solari. Vento che spazza. Ognuno con i suoi tempi. Per contro proprio. Eppure ci siamo. Ferragosto. Giro di boa che spezza il mese delle ferie, per antonomasia. E tutto spacca. Spezza. Patatrac. Frattura di mezza estate. Ecco perchè si dice “mezza”.

C’è chi lo abbraccia. C’è chi lo odia e lo evita. O lo eviterebbe. Di corsa.

C’è chi c’è. E c’è chi non c’è.

Eppure ogni anno si presenta, puntuale. E dunque? Che fare? Come sorridere? Come rimediare alle consuetudini che fanno deglutire, prima che ingoiare?

Buon viso a cattivo gioco? Carezze alla routine? Novità nella ricerca? Vie di fuga? Punti di domanda che si accavallano. Infiniti. Un delirio di lettere che incollano parole. A piacere. Come qui. Ora. Adesso. E domani, tra poco.

Difficile rispondere ai quesiti affilliati alla filosofia. Al lieto vivere. Per fortuna, alla fine, esiste sempre un ottimo rifugio. Una sana lettura. Una meravigliosa soluzione. Consigliata ma anche senza sponsorizzazioni.

Lettura che riesce a mitigare. Già. Mitigare. Allora siamo arrivati al punto. Cruciale. Tracciato il cerchio, dove dentro i conti tornano. E torna anche Ferragosto. Sei il benvenuto, se sei venuto a mitigare il mio tempo.

Sei il benvenuto anche se passi di qua per dovere. In fondo non è tutta colpa tua.

Ti assolvo. Da ateo. Di cuore.

   MaLo


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